ROMA – Mons. Nunzio Galantino, il segretario della Cei che ha usurpato il ruolo del presidente card. Angelo Bagnasco, riducendolo al silenzio, deve andarsene: ha compromesso i rapporti fra la Chiesa e lo Stato italiano e è diventato uno sport per l’ateismo, sostiene Maurizio Gasparri (Fi), vice Presidente del Senato, scostandosi dal coro e con ragione, dal coro conformista di chi vede in Galantino quel Savonarola di cui l’Italia non ha proprio bisogno. Ha detto Gasparri:
“Se qualche mio collega filo radicale alle dodici e filo Cei alle sedici parlasse con qualche vescovo, come faccio io di frequente, saprebbe cosa pensano di Galantino nella Chiesa italiana. Lo considerano nella migliore delle ipotesi uno spot per l’ateismo. Prima lascia meglio è”.
“Credo che la conferenza episcopale abbia bisogno di una guida diversa e credo che Galantino dovrà uscire di scena, perché ha arrecato gravi danni ai rapporti tra la Chiesa e le istituzioni italiane”.
“La Chiesa giustamente parla dell’accoglienza, ma poi lo Stato laico deve gestire nel realismo i problemi dell’immigrazione, affinché la solidarietà sia nelle quantità possibili, e non dia luogo a viaggi che determinano tragedie e morti”.