Morire di undici settembre ad otto anni di distanza. Dal 2001 hanno perso la vita 817 soccorritori

Gli attentati dell’11 settembre 2001 uccidono ancora, anche a distanza di otto anni. Morti bianche, spesso passate sotto silenzio. Morti che hanno colpito vigili del fuoco, medici, barellieri: proprio quelle persone che, subito dopo il crollo delle Torri Gemelle, hanno scavato tra le macerie, cercando di tirare fuori dai detriti qualche superstite.

Secondo una ricerca dell’assessorato alla  sanità dello stato di New York pubblicata dal New York Post, in questi otto anni, hanno perso la vita un totale di 817 persone tra i soccorritori  che aiutarono a scavare a Ground Zero e i lavoratori della  discarica di Fresh Kills Landfill, dove furono portate le  macerie del World Trade Center.
Almeno 270 se li è portati via il cancro: 80 agli organi dell’apparato digerente e 69 al polmone o alla gola. In 37 sono morti di leucemia. L’anno scorso, secondo le statistiche ufficiali, i morti di tumore erano 94. In un anno sono triplicati. Uno degli ultimi ad arrendersi è stato il pompiere veterano John McNamara, 44 anni e 500 ore spese tra le rovine di Ground Zero dopo gli attentati.

Mc Namara, è stato anche impegnato anche in New Orleans a soccorrere le vittime dell’uragano Katrina prima di capire, con un’amarezza difficile da nascondere che: «quelli di noi che si beccano il cancro sono polvere da spazzare e da nascondere sotto il tappeto». «Quanti di quelli che hanno lavorato al World Trade Center –  si chiedeva il vigile del fuoco – hanno il cancro senza nemmeno saperlo?»

Dopo l’undici settembre si muore anche perché non si supera il trauma: i numeri parlano di 33 suicidi. Ma per Michael Arcari, responsabile del programma di recupero psicologico per i  soccorritori dell’11 settembre,  il numero di chi si è tolto la vita è ancora più alto «per via non solo dell’impatto emotivo di Ground Zero», ma anche per i postumi dello stress subito che «ha cambiato le loro vite e messo sottosopra le famiglie».

In risposta a tutto questo, i fondi per le cure mediche ai soccorritori sono a rischio: i soldi, in tempi di crisi servono altrove. E chi deve decidere su come gestirli potrebbe pensare che otto anni sono sufficienti per abbassare la soglia di attenzione su chi segue le vicenda. Con buona pace delle 50.000 persone, (pompieri, poliziotti, medici e volontari), che si occuparono dei  soccorsi o lavorarono per il recupero di Ground Zero dopo gli attentati dell’11 settembre.

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