Mourinho senza limiti: dalle "manette" alle accuse contro l'Unicef

ROMA – L'ultima puntata del 'Jose Mourinho show' e' andata in scena ieri sera al Santiago Bernabeu. Nella semifinale di Champions, persa 2-0 contro l'odiato Barcellona, il tecnico portoghese prima si e' fatto espellere per proteste, poi ha accusato – nemmeno troppo velatamente – i catalani di aver vinto grazie alle amicizie in seno alla Uefa, allo sponsor Unicef, al potere mediatico. Se l'e' presa anche con l'arbitro Stark e, per non farsi mancare niente, ha aggiunto che nei panni di Guardiola si vergognerebbe di come il Barcellona ha vinto la Champions del 2009. Un fuoco d'artificio cui in Spagna si sono abituati (le provocazioni di Jose sono note come 'Mourinhate') e che il campionato italiano ha vissuto per due anni. Del resto al Real Madrid aveva iniziato la stagione rimediando due giornate di squalifica dopo essersi fatto espellere per gli insulti rivolti all'arbitro della partita di Coppa del Re contro il Murcia. Un'altra giornata di stop (piu' 40.000 euro di multa) era arrivata in campo europeo, a novembre, per le espulsioni 'pilotate' nella partita contro l'Ajax, quando aveva 'ordinato' a Xabi Alonso e Sergio Ramos di beccarsi un rosso e farsi squalificare nell'ultima, ininfluente partita del girone, per ripulire la 'fedina' ed evitare squalifiche negli ottavi. Ora Mourinho e' di nuovo nella bufera (il Barcellona sta valutando se denunciarlo alla Disciplinare della Uefa), ma tanto c'e' abituato. Il gesto simbolo del Mou-pensiero rimangono le manette ostentate in campo e indirizzate a Tagliavento, al Meazza durante un Inter-Sampdoria. Pagato con tre giornate di squalifica e 40.000 euro di multa. In Italia e' stato espulso tre volte, due sempre dallo stesso arbitro (Orsato). Tra i deferimenti spicca quello, poi patteggiato con un ammenda di 18 mila euro, dopo il derby del 24 gennaio 2010, per i dubbi espressi dopo il derby sulla regolarita' del campionato. Non parlo' esplicitamente di ''complotto'', ma l'idea era quella. Accusando l'arbitro Rocchi per l'espulsione di Sneijder disse che in campo ''e' stato fatto il tutto per tutto per non far vincere l'Inter''. Ma in Italia Mourinho si ricorda – a parte alcune 'perle' di vocabolario (su tutti ''zero tituli'' e ''prostituzione intellettuale'') – anche per le ''tre dita'' mostrate ai tifosi del Milan in una sfida di Champions, a sottolineare proprio la 'triplete' nerazzurra. Come pure quando a Roma, in una sfide con i giallorossi di Coppa Italia, chiese di rivedere un'azione alla moviola a un assistente. Ma a proposito di calcio e tecnologie in Inghilterra si ricordano ancora di quando ando' da un guardalinee con un computer.

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