Napolitano ai palestinesi: "Avrete un ambasciatore a Roma"

ROMA – I palestinesi non hanno ancora uno Stato ma avranno presto un ambasciatore a Roma e non piu' un semplice delegato. Ad annunciare, ''con grande compiacimento'', la decisione del governo italiano e' stato oggi a Betlemme il capo dello Stato Giorgio Napolitano, che dopo la visita in Israele ha fatto tappa nei Territori palestinesi con in tasca una sorpresa per il leader dell'Anp Abu Mazen. ''Ho il mandato di annunciare la decisione del governo, accolta da me con grande compiacimento, di elevare la delegazione diplomatica dell'Autorita' Nazionale Palestinese in Italia. Di conseguenza, il capo della missione diplomatica viene accreditato con il rango di ambasciatore palestinese a Roma'', ha annunciato Napolitano durante la conferenza stampa con Abu Mazen. E' una decisione ''di grande significato'', ha sottolineato il capo dello Stato mentre la delegazione palestinese salutava le sue parole con un lungo applauso e sul viso di Abu Mazen affiorava la soddisfazione. ''E' un altro regalo che ci fa l'Italia'', ha commentato il leader palestinese. Era stato proprio lui, pochi giorni fa, ad auspicare un passo dell'Italia in questa direzione. ''Con il presidente Napolitano c'e' una amicizia vera, una storia condivisa. E con il popolo italiano abbiamo un legame molto particolare'', aveva sottolineato Abu Mazen. L'Italia diventa cosi' l'ottavo Paese dell'Unione europea ad accreditare un ambasciatore palestinese. Francia, Gran Bretagna, Spagna, Portogallo e Danimarca lo hanno gia' fatto nel 2010 e quest'anno si sono aggiunte alla lista Cipro e l'Irlanda. Anche la Norvegia, che pero' non fa parte dell'Ue, ha compiuto lo stesso passo lo scorso dicembre. ''L'annuncio di oggi del presidente fa parte di un generale processo di 'upgrading' delle rappresentanze palestinesi da delegazioni a missioni diplomatiche che i principali Paesi europei hanno gia' fatto o stanno per fare'', confermano fonti diplomatiche. Tecnicamente, un 'missione diplomatica' si situa appena un gradino sotto un'ambasciata vera e propria, ma il capo della missione assume rango di ambasciatore. Al di la' dei tecnicismi comunque, la decisione dell'Italia – Paese indicato in Israele come uno dei migliori alleati in Europa se non 'il migliore' – assume un significato molto particolare, anche in vista dell'accelerazione dei negoziati diretti che Barack Obama tentera' di imprimere nelle prossime settimane. Certo, la posizione della diplomazia italiana – elaborata in piena sintonia tra governo e Quirinale – rimane comunque quella del negoziato diretto tra le parti come ''l'unica strada auspicabile'' per arrivare alla creazione di uno Stato palestinese, scongiurando se possibile l'intenzione dell'Anp di rivolgersi autonomamente a settembre all'Assemblea generale dell'Onu per chiedere il riconoscimento di un proprio Stato di fronte all'ipotesi del protrarsi dello stallo negoziale. ''Di qui a settembre c'e' spazio per evitare questo sbocco'', ha auspicato ieri da Gerusalemme il ministro degli Esteri Franco Frattini mentre qualche giorno fa, in occasione delle celebrazioni per il 63/esimo 'compleanno' di Israele, e' stato Silvio Berlusconi ad escludere che l'Italia possa votare per un riconoscimento unilaterale della Palestina. Esulta intanto Sabri Ateyeh, attuale delegato dell'Anp a Roma e ormai prossimo ambasciatore: ''Sono felice dell'annuncio del presidente Napolitano che riflette l'appoggio del popolo italiano al processo di pace e al popolo palestinese. E' un gesto – ha commentato con l'ANSA – che aiuta la pace''.

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