Napolitano, Berlusconi, due presidenti per una Repubblica

Era mercoledi e Giorgio Napolitano spiegava: non è più vero, anzi è “obsoleto” l’argomento per cui in Italia il governo sarebbe troppo debole rispetto al Parlamento, caso mai il contrario. Poi il capo dello Stato continuava: insistere sulla “ingovernabilità” perchè la Costituzione prevede troppi poteri che si controllano l’un l’altro è l’anticamera di soluzioni autoritarie. Era mercoledì e Silvio Berlusconi capiva benissimo che era a lui che Napolitano parlava. Decideva però per il momento di incassare e non replicare. Chi sta vicino al presidente del Consiglio spiegava a sua volta: farà incetta di voti alle europee di giugno e poi, più forte che mai, risponderà.

Era giovedi e Napolitano avvertiva: basta con la denigrazione dei partigiani, della loro lotta e della loro storia. Stavolta il destinatario non era certo Berlusconi ma alcuni ministri del suo governo di sicuro, uno per tutti: La Russa, il titolare della Difesa. Che farà, che dirà Berlusconi nel suo discorso il 25 aprile, il primo 25 aprile cui parteciperà a manifestazioni pubbliche? Parole di circostanza sulla libertà? Parole di unità nazionale? Parole polemiche sul “marchio” comunista e di sinistra sulla Resistenza? Nel giro di pochi giorni e settimane si misurerà se e come due presidenti per una sola Repubblica convivono, collaborano o confliggono.

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