NARCOTRAFFICO MESSICO-CALABRIA: ARRESTATE OLTRE 200 PERSONE

Carabinieri_auto3 Dal Sud America la ’ndrangheta era in grado di controllare l’importazione della cocaina fino in Italia grazie ai propri affiliati che dagli Stati Uniti e dal Canada gestivano i rapporti con il cartello del golfo messicano. È quanto stato accertato dall’indagine denominata "Solare" e che nella mattinata di oggi ha portato all’arresto di 200 persone in un’operazione condotta tra l’Italia, gli Stati Uniti, il Messico e il Guatemala. I carabinieri del Ros in un anno e mezzo di indagini sono stati affiancati dalle agenzie investigative statunitensi Fbi, Dea e Ice, facendo emergere sempre più la connotazione transnazionale della ’ndrangheta.

In particolare le indagini sono state indirizzate nei confronti della cosca Aquino-Coluccio egemone nell’area di Gioiosa Jonica, in provincia di Reggio Calabria. L’operazione ha portato al sequestro in totale di 16 tonnellate di cocaina e 57 mln di dollari. La cosca Aquino-Coluccio per importare la cocaina si affidava alla famiglia calabrese degli Schirripa, da anni residente nel quartiere Corona di New York. Gli investigatori del Ros hanno arrestato, in particolare, 16 persone di cui 6 a New York (4 messicani e i fratelli Giorgio e Vincenzo Schirripa di 48 e 37 anni) mentre 8 persone sono state arrestate a Gioiosa Jonica e altri 2 arresti sono stati eseguiti a Vicenza e Siderno. L’inchiesta coordinata dalla procura nazionale antimafia e dalla direzione centrale per i servizi antidroga, ha messo in luce l’importanza del Messico nelle nuove rotte della cocaina colombiana verso l’Europa.

Diverse inchieste dei carabinieri del Ros avevano in passato sottolineato il rapporto tra ’ndrangheta e organizzazioni paramilitari colombiane come le Farc e le Auc per il traffico della cocaina diretto sia in Italia che in altri paesi europei. Le organizzazioni dei narcotrafficanti sono state costrette a trovare nuove aree per lo stoccaggio della cocaina e in particolare si sono rivolte al cartello del Golfo del Messico che si appoggiano per il controllo del territorio a sanguinari gruppi paramilitari mercenari come quello chiamato "Los Zetas". Le squadre di mercenari Los Zetas sono responsabili, secondo quanto accertato nel corso dell’inchiesta del Ros, di diverse rappresaglie eseguite in Messico nei confronti di magistrati, informatori delle forze dell’ordine, testimoni e poliziotti impegnati in indagini anti droga.

La famiglia calabrese degli Schirripa, secondo quanto emerso dalle indagini, inizialmente aveva collegamenti con un gruppo equadoregno facente capo al narcotrafficante Luis Calderon, detto "Tio". Quest’ultimo è stato arrestato il 30 aprile scorso negli Stati Uniti e per questo le cosche jonico-reggine si sono affidate ai trafficanti del cartello del golfo. In particolare i narcotrafficanti del cartello in contatto con la cosca della ’ndrangheta sono stati individuati in Christofer Anthony Castellano e Ignacio Alberto Diaz, che svolgevano i loro illeciti affari a New York. Un importante risultato nell’inchiesta si è registrato lo scorso 7 agosto quando i carabinieri del Ros sono riusciti ad arrestare a Toronto in Canada Giuseppe Coluccio, inserito nell’elenco dei 30 latitanti piùpericolosi d’Italia, della cosca Aquino-Coluccio. Il latitante viveva a Toronto in un grattacielo affacciato sul Lago Ontario e da dove continuava a gestire il traffico di hashish e cocaina destinato alla Calabria. Al momento dell’arresto Giuseppe Coluccio è stato trovato con circa 1,5 mln di dollari canadesi in contanti. In Calabria il Ros era inoltre riuscito a sequestrare, l’11 aprile scorso, una campionatura di cocaina proveniente dagli Usa trovata interrata in un’area boschiva di Gioiosa Jonica. Per acquistare lo stupefacente la cosca Aquino-Coluccio trasferiva il denaro all’estero utilizzando agenzie di trasferimento denaro ed una ricevitoria di Marina di Gioiosa Jonica, riconducibile sempre alla famiglia Coluccio.

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