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Natale, Ucraina, Gaza e tanti altri flash, sintetica rassegna della stampa italiana in mille parole

Natale. Miliardi di persone in tutto il mondo stanno per celebrare il compleanno d’un ebreo nato a Betlemme più di duemila anni fa, ma non credono che gli ebrei abbiamo vissuto lì prima del 1948.

Un «meme» che gira sul web (citato da Antonio Polito, Corriere della sera).

… il Parlamento europeo ha designato la Russia «Stato sponsor del terrorismo», ma non vuole fare altrettanto con Israele, nonostante i suoi crimini contro l’umanità a Gaza siano molto superiori a quelli di Putin in Ucraina. Alessandro Orsini, il Fattosky quotidiano.

Video con torture e corpi massacrati: la Russia di Putin si comporta come l’Isis [e come Hamas]. Emmanuel Carrère.

Quando sei nelle mani di Hamas fai quello che dice Hamas. La maggior parte [degli ostaggi finora rilasciati] è stata tenuta isolata per più di 50 giorni, una pita di pane al giorno, niente medicine, niente cure per le ferite, niente luce del giorno. Hamas diceva loro che non c’era più Israele, che non esisteva più un posto dove tornare. […]

Come medici eravamo sotto choc nel sentire ogni tipo d’abuso immaginabile, le cose più brutali e crudeli contro le persone più innocenti. [Anche durante la prigionia. Ma] non posso parlare di chi ho in cura, è la loro storia, raccontarla oppure no è una loro scelta. Daniele Ranieri, Repubblica.

Si sono moltiplicati i convegni organizzati da cattolici come Pierluigi Castagnetti o da ex Pci come Gianni Cuperlo per invocare la «pace» [a Gaza e in Ucraina. Poi c’è stata] l’inaspettata partecipazione inaspettata (nessuno nel gruppo dirigente Pd ne era informato) di Elly Schlein alla manifestazione-flop di domenica ad Assisi, aperta da bandiere arcobaleno e palestinesi. Laura Cesaretti, il Giornale.

Pace subito, cessate il fuoco: slogan. A Perugia c’era anche l’instancabile Maurizio Landini, mentre Giuseppe Conte era a casa malato («Avrei tanto voluto esserci»). Mario Lavia, Linkiesta.

L’impressione, da che sono ospite di questo mondo, e di manifestazioni per la pace ne ho viste centinaia, è che il ripudio (costituzionale) della guerra sia stato esteso alla resa morale: qualsiasi nefandezza, purché non la guerra. Qualsiasi nefandezza, anche il trionfo del sopruso. Mattia Feltri, La Stampa.

Dopo un anno e mezzo qualche buontempone, ottimamente accreditato all’accademia del Porcaio Unico Televisivo, viene a spiegare che le difficoltà ucraine sul campo di guerra non sono la prova che bisognava dare più armi agli aggrediti, ma che non bisognava proprio dargliene. Iuri Maria Prado, Linkiesta.

«Lunedì mi sono laureato, martedì sono fuggito. […] Da studente non potevo essere reclutato. Per questo sono partito quando ho terminato la facoltà d’informatica».

Il reclutamento di cui parla Anatolij [esule in Kazakistan] è la mobilitazione parziale indetta da Putin il 21 settembre 2022: tutti i cittadini tra i 18 e i 60 anni che hanno prestato servizio militare devono andare in Ucraina, a combattere.

Un decreto vago, che sommato allo scoppio della guerra ha generato il più grande esodo russo dai tempi della Rivoluzione d’Ottobre: da 200 mila a forse un milione di espatriati, per lo più sotto i 40 anni. Clara Valenzani, Corriere della sera.

[È stata] denunciata la scomparsa da «almeno sei giorni» del dissidente Aleksej Navalny, che sta scontando una condanna a vent’anni di carcere per avere «incitato pubblicamente ad attività estremiste». […] Da allora, è stata negata [a tutti] la possibilità d’accedere al carcere in cui è detenuto.

[…] Nei giorni scorsi, alla notizia della ricandidatura alle elezioni di Putin, i sostenitori di Navalny avevano tappezzato Mosca e altre città russe con cartelloni d’auguri di buone feste (poi fatti rimuovere dalle autorità) nei quali un QR code rimandava al sito web «Russia senza Putin», fuori legge nel Paese. Matteo Legnani, Libero.

«La maggioranza dei componenti chimici usati per produrre il fentanyl provengono dalla Cina. Vengono sintetizzati in Messico. In seguito il fentanyl è trasportato negli Stati Uniti». Così la segretaria al Tesoro Janet Yellen in una recente missione in Messico.

L’emergenza fentanyl ha occupato uno spazio rilevante anche nell’ultimo vertice bilaterale tra Joe Biden e Xi Jinping a San Francisco. I dati sono spaventosi. Dal 2015 al 2021 gli Stati Uniti hanno subito un’escalation di morti annue per overdose: passate da 52.000 a 107.000. La causa è l’aumento nel consumo di oppiodi sintetici», [in primis] il fentanyl. Federico Rampini, Corriere della sera.

[Cop28, Dubai]. Gli sceicchi difendono i fossili. Repubblica.

Sento tanti ripetere di lei quello che si diceva di Mussolini: «Il Duce è un genio, sono quelli che lo circondano a rovinare tutto». Il Duce invece un genio non era; e temo non lo sia neppure la Meloni. Francesco Guccini (Aldo Cazzullo, Corriere della sera).

Basta fare Tafazzi: l’economia va bene. Giorgia Meloni 1 (dal web).

Scienza priva di scoperte scientifiche, l’economia si è trasformata nel ventesimo secolo in una sorta di movimento new age, che si propone più o meno gli stessi obiettivi della chiromanzia: indovinare il futuro, e fornire ai politici (che sono specialisti della stessa materia, l’aria fritta) i numeri del lotto. Pierpaolo Albricci, Italia Oggi.

Viviamo nell’epoca degli economisti onnipresenti ma irrilevanti. Domani. 

Virginia Woolf scrisse che intorno al dicembre del 1910 la natura umana cambiò. Beh, c’è da dubitarne. Deirdre McCloskey, I vizi degli economisti, le virtù della borghesia, IBL Libri.

Non c’è certezza – scrivono Will e Ariel Durant – che la storia possa ripetersi, ogni anno è un’avventura. Le grandi civiltà, quella greca, o romana, non muoiono. Hanno una loro forma d’immortalità. Omero non è mai stato tanto letto. Ma il grado di civiltà non s’eredita. Ogni generazione deve guadagnarselo. Ferruccio de Bortoli, introduzione a Will & Ariel Durant, Le lezioni della storia, Edizioni Settecolori 2023.

W l’Italia antifascista e anticomunista. Roberto Alatri, il Foglio.

Dei tanti sinonimi di fascismo, comunismo non perde mai d’attualità. Roberto Gervaso.

da Italia Oggi

Marco Benedetto

Ha fondato Blitz e lo ha diretto fino al 2018. Ha anche firmato oltre 200 articoli. Ora si è ritirato, come conviene all’età, ma ogni tanto non perde l’occasione per dire la sua.

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