Niente tasse a chi fa figli. Lo chiamano già “reddito di gravidanza”. Mussolini era più furbo, tassava chi di figli non ne aveva. L’ha sparata Giorgetti, deludendo un po’, come può adattarsi una idea così scema a un ministro ritenuto tanto bravo.
Per carità, sono solo ipotesi. Per ora. Ma il Governo ci sta lavorando. Si parla di un miliardo per sostenere la natalità. Filtrano dettagli. Ad esempio, suscita un crescente apprezzamento l’idea di introdurre una detrazione di 10mila euro all’anno per ogni figlio a carico. Il calo di natalità è un fenomeno epocale che ha avuto una impennata dopo la crisi economica del 2008 e riguarda tutta l’Europa. L’Istat da anni diffonde numeri inquietanti, Papa Francesco usa espressioni forti commentando questo “inverno demografico”. È una riconosciuta emergenza. L’Italia è il fanalino di coda in Europa per natalità. La Francia è prima grazie a robusti investimenti. Anche Germania e Spagna aiutano le mamme, la Polonia ha recentemente alzato il contributo, l’Ungheria da’ il mutuo agevolato alle spose. Insomma tutti i Paesi si muovono. Ergo è necessario invertire la rotta. Ma come?
PRIMO, CASA E SANITÀ
I sociologi concordano. Dicono- idea condivisibile – che “i soldi non bastano. Vanno bene detrazioni e sussidi, anzi bisogna insistere per favorire la natalità, ma i soldi non rappresentano la strada maestra. Le istituzioni sono chiamate a potenziare il welfare, dalla scuola alla casa, alla salute. I ragazzi vogliono sapere se tra 30-40 anni saranno costretti o meno ad indebitarsi per usufruire di prestazioni sanitarie che il sistema nazionale dovrebbe garantire.
INVESTIRE TASSE SULLA SICUREZZA NEL FUTURO
Si intende sicurezza per le nuove generazioni che, in virtù della pandemia, hanno visto ancor più sgretolarsi il mito del capitalismo, dell’uomo in salute, bello e immortale. I giovani vogliono mettere su famiglia ma chiedono maggiore sicurezza sul loro futuro. Forse non siamo giunti in fondo all’inverno demografico; forse siamo ancora in autunno.
Dice l’editorialista Marco Zucchetti:” Al di là delle ironie di chi spernacchia l’invito a procreare, le proposte concrete e fattive rispondono a quel 69,2% di italiani che secondo l’ultimo sondaggio della Comunity Research&Analysis afferma che dietro la scelta di non fare figli ci siano motivi economici.” Ma probabilmente c’è dell’altro. Il calo del tasso di fertilità è anche un fenomeno culturale legato alla evoluzione del ruolo della donna.