Roberto Maroni torna a difendere la Tessera del tifoso, criticando le tifoserie che contestano la misura. «Non esistono condanne a vita – ha detto il ministro dell’Interno – L’opposizione delle tifoserie organizzate risulta del tutto immotivata».
«Non mi risulta che chi è colpito da Daspo non possa più ottenere la Tessera del tifoso – ha rincarato l’esponente della Lega – «Chi è stato colpito da Daspo ha comunque compiuto un reato abbastanza grave, ma, finito il tempo della diffida, potrà avere la Tessera. Chi dice il contrario dice menzogne. Il nostro obiettivo è dare garanzie a chi vuole andare a vedere la partita e farlo tranquillamente».
Il titolare del Viminale ha poi annunciato che partirà tra due settimane una campagna per sensibilizzare gli appassionati di calcio sulla Tessera del tifoso. Su questa iniziativa, ha osservato Maroni, «si registra una criticita’ da parte delle società, gran parte delle quali mi hanno detto “siamo d’accordo, ma non siamo in grado di attuarla, quindi ce la devi imporre”».
L’esperienza delle squadre che l’hanno attuata però, ha aggiunto, «dimostra che la Tessera è un investimento sulla sicurezza, per la fidelizzazione dei tifosi, che è solo un vantaggio”. Per farlo capire bene, ha proseguito, «ho in programma una campagna di sensibilizzazione che partirà tra due settimane per rendere noti ai tifosi quali sono i vantaggi della card ed invitarli a richiederla».
«Sono convinto – ha affermato il ministro – che è necessario proseguire su questa strada. La Tessera è la vittoria del tifoso vero, non violento e l’iniziativa mira a riportare negli stadi famiglie e non chi va motivato da altri scopi, come violenza e contestazioni».
I dati delle prime tre giornate del campionato di calcio, dice Maroni, «inducono a ritenere che il rischio di una recrudescenza della violenza negli stadi rimane attuale e concreto: c’è infatti, rispetto alla stagione scorsa, un lieve incremento degli incontri con feriti, dei feriti tra i civili e dei denunciati».
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