Nuova Zelanda 1840, come gli inglesi fregarono i Maori

Nuova Zelanda 1840, come gli inglesi fregarono i Maori
Nuova Zelanda 1840, come gli inglesi fregarono i Maori

SYDNEY – I capi maori che nel 1840 sottoscrissero il trattato con cui la Nuova Zelanda divenne colonia inglese, in realtà non accettarono di cedere la sovranità. Così ha stabilito un tribunale speciale che ha il compito di esaminare le rivendicazioni autoctone riguardanti i diritti dei Maori previsti dal trattato, che fu firmato da rappresentanti della Corona britannica e da più di 500 leader maori a Waitangi, nella Bay of Islands.

Il tribunale di Waitangi ha rilasciato il rapporto di un’inchiesta sulle rivendicazioni legate al trattato stesso, in cui ricostruisce che la Gran Bretagna venne ai negoziati con l’intenzione di acquisire la sovranità, ma non lo spiegò ai leader maori che invece concordarono di condividere il potere e l’autorità. Il tribunale ha accettato l’istanza della locale tribù Ngapuhi e di altre tribù, riconoscendo che i capi maori firmando non cedettero l’autorità di introdurre e di far rispettare leggi sulla propria gente e sul proprio territorio.

“Avendo considerato tutte le evidenze disponibili, è inevitabile la conclusione che i maori non cedettero la sovranità nel febbraio 1840”, dichiara il rapporto. Non spiega come e quando la Corona ha acquisito la sovranità che ora esercita, ma precisa che non ha acquisito tale sovranità attraverso una cessione informata da parte dei capi maori. Il ministro della Giustizia Chris Finlayson assicura che il rapporto “non cambia il fatto” che la Corona ha sovranità sulla Nuova Zelanda, che è una monarchia con il monarca britannico come capo di stato.

“Il tribunale non raggiunge alcuna conclusione riguardo alla sovranità che la Corona esercita in Nuova Zelanda. Né esamina gli altri eventi considerati parte dell’acquisizione della sovranità da parte della Corona, o su come il trattato dovrebbe operare oggi”, ha aggiunto. La Nuova Zelanda fu scoperta dal navigatore olandese Abel Tasman nel 1642 che la trovò abitata dal fiero popolo polinesiano dei Maori. La prima metà del XIX secolo vide crescere la presenza degli europei ed incominciò la colonizzazione vera e propria, che sfociò in un conflitto tra Maori e coloni. Per porre fine al conflitto e tutelare la popolazione Maori fu stipulato il Trattato, che presto subì una duplice e divergente interpretazione, da parte dei Maori e da parte europea.

Gli europei si assicurarono il controllo totale soprattutto sulle terre: per i Maori esso comportava invece un continuo e reciproco impegno allo scambio secondo lo schema indigeno del dare-ricevere-restituire. Un’idea di reciprocità fondamentale nella vita sociale maori: lo spirito del dono assicurava il suo ritorno per mantenere il prestigio sociale. Nel 1976 fu istituito il Tribunale di Waitangi, con il compito di esaminare le rivendicazioni autoctone riguardanti il mancato rispetto dei diritti dei Maori previsti dal Trattato. Il tribunale è riuscito a impensierire il governo, che si è sentito in dovere di ribadire, già nel 1990, la primarietà del diritto neozelandese rispetto alle rivendicazioni maori.

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