I sondaggi valgono per quello che valgono, specie se sono basati, come quello dell’ultima puntata di “Domenica in”, sulla risposta volontaria e non sulla ricerca fatta a caso dall’intervistatore.
Però 26 mila persone che nel giro di mezz’ora inondano i centralini della Rai per dire la loro non sono poche; ci vorrebbero centinaia di migliaia, forse milioni di euro e mesi di lavoro sul campo per ottenere lo stesso risultato con normali istituti di ricerca.
Questa premessa per dire che il risultato che il 54% di italiani ha detto di credere che Berlusconi sarà capace di portarci fuori dalla crisi sembrano un dato abbastanza verosimile. E non è un buon numero, per uno come Berlusconi che gode di una immensa, oceanica, plebiscitaria popolarità.
Può peraltro consolarsi, il primo ministro italiano, perché un risultato analogo, il 60% di sì, lo ha ottenuto un altro personaggio in questo momento molto popolare, il presidente americano Barack Obama
C’è una morale in tutto questo e dà i brividi a chi siede sul ponte di comando di un paese, grande o piccolo che sia: la gente vuole risultati subito, vive la crisi male, vuole uscirne al più presto.
Più lunga è la crisi, più il potere logora.