OBAMA VOLA NEI SONDAGGI, OGGI TERZO E ULTIMO DIBATTITO IN TV CON MCCAIN

Obama_mccain A 21 giorni dalle elezioni presidenziali Usa continua a crescere il vantaggio del candidato democratico Barack Obama su quello repubblicano John McCain. Secondo l’ultimo sondaggio nazionale condotto per conto di CBS/New York Times, Obama è ora 14 punti avanti rispetto a McCain, con il 53% dei consensi contro il 39% del rivale repubblicano. Nel precedente sondaggio CBS/New York Times, condotto il 6 ottobre scorso, prima del secondo dibattito, il vantaggio di Obama su McCain era di soli tre punti: 48 a 45. Tutti gli occhi adesso sono puntati sul terzo ed ultimo dibattito prima del voto che si terrà stasera alla Hofstra University di Long Island, nello Stato di New York.

MCCAIN E IL RISCHIO DELL’EFFETTO BOOMERANG – I due rivali si confronteranno sui temi dell’economia e della politica interna, con due proposte, nuove e molto diverse, per rilanciare l’America alle prese con la peggiore crisi economica dai tempi della Grande Depressione. Dopo i primi due confronti che hanno visto Obama favorito, McCain sembra intenzionato ad inasprire i toni, sollevando il tema dei legami tra Obama e Bill Ayers, il professore dell’Università di Chicago che negli anni 60 e 70 guidò un movimento responsabile di una serie di attentati per contestare la guerra in Vietnam. Ma tale strategia potrebbe avere un effetto boomerang, alienando gli indipendenti e spingendo Obama a riesumare i non pochi scheletri nell’armadio dell’avversario. L’ennesima bufera piovutagli addosso dal leggendario Carl Bernstein («McCain è colluso con il terrorismo a causa del suo stretto legame con Liddy, eminenza grigia del Watergate condannato a 20 anni»), non è l’ultima.

NUOVO SCANDALO – Un altro scandalo rischia di erodere ulteriormente la popolarità di McCain, fornendo munizioni agli avversari. A tirarlo fuori: Murray Waas, il reporter investigativo premiato ad Harvard e già finalista del prestigioso Premio Pulitzer. «William Timmons, l’uomo scelto da McCain per guidare, in caso di vittoria, la squadra che preparerà il passaggio di consegne da George W. Bush a lui», scrive Waas sul sito Huffington Post, «fu tra i lobbisti che, al soldo del regime iracheno, lavorarono per alleggerire le sanzioni internazionali contro Saddam Hussein». Della vicenda si occuparono negli anni scorsi anche le Nazioni Unite nell’ambito dell’inchiesta "Oil for food". Due dei collaboratori di Timmons furono condannati da un tribunale federale per aver lavorato come agenti del dittatore iracheno in Usa. Al tempo delle indagini Timmons dichiarò di non essere stato a conoscenza degli intrallazzi dei suoi collaboratori con il regime di Baghdad. La tesi venne però contestata da Samir Vincent e Tongsun Parl, i due lobbisti riconosciuti colpevoli di spionaggio, che al processo testimoniarono come, al contrario, Timmons fosse perfettamente al corrente di tutto. Le loro attività illegali sarebbero avvenute negli anni successivi alla Prima guerra del Golfo, fortemente appoggiata da McCain, quando Washington considerava l’Iraq un nemico giurato e sponsor del terrorismo (anche di recente il Senatore dell’Arizona è tornato ad accusare Saddam di essere dietro l’11 di settembre). Se il lavoro di Timmons come lobbista fosse andato in porto, avrebbe fruttato ai tre circa 45 milioni di dollari in commesse per le forniture di petrolio iracheno.

NUOVI TIMORI – Nel partito del presidente George W. Bush c’è già il timore che la valanga democratica si estenda dalle elezioni presidenziali a quelle del Congresso e non mancano le prime reazioni rabbiose, da regolamento di conti, per come McCain ha condotto la corsa. L’ultima viene dallo stratega repubblicano Matthew Dowd, uno dei capi della – fortunata – campagna per la rielezione di George W. Bush. «Nel fondo del suo cuore McCain sapeva di mettere a rischio la patria scegliendo Sarah Palin come vice», ha detto Dowd nel corso di un seminario organizzato a New York dal colosso Time Warner, «e sapeva anche che avrebbe dovuto vivere con quella realtà per il resto della sua vita». Di fronte alla domanda se la Palin abbia almeno «il merito di aver energizzato la base repubblicana», il guru di Bush non ha esitato: «È come Halloween», ha spiegato, «ti senti pieno di energia la sera, mentre mangi tutti quei dolci, ma poi hai il voltastomaco per tutto il giorno dopo».

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