Onu: riforma Consiglio sicurezza, l'India contro tutti

NEW YORK – L'India contro tutti, tutti contro l'India. Nel lungo e difficile iter verso la riforma del Consiglio di Sicurezza, con l'ipotesi di un ampliamento futuro per prepararlo alle nuove sfide, Nuova Delhi e' pronta a dare battaglia fino all'ultimo. La determinazione dell'India – attualmente uno dei membri non permanenti del Consiglio – e' forse l'unica novita' di spicco della battaglia diplomatica in corso ormai da anni al Palazzo di Vetro e di cui non si vede, per il momento, una soluzione profilarsi all'orizzonte. Ci sono almeno due gruppi di paesi protagonisti. Il primo – il cosiddetto G4 – e' composto da Germania, Brasile, India e Giappone: punta ad ottenere un seggio permanente per ciascuno dei quattro, ma sta decisamente perdendo la coesione del passato, perche' Nuova Delhi scalpita, nonostante sia stato recentemente presentato un nuovo documento. Il secondo si chiama Uniting for Consensus (Ufc) e tra i paesi leader conta l'Italia, l'Argentina, il Canada e il Pakistan. Ufc auspica un ampliamento del Consiglio puntando sulla dimensione regionale, con mandati per i non permanenti piu' lunghi di quelli attuali. A questo proposito l'Italia ha organizzato il 16 maggio a Roma un Grande Conferenza sulla Riforma del Consiglio di Sicurezza alla quale sono attesi un centinaio di paesi, a livello ministeriale, oltre al presidente dell'Assemblea Generale dell'Onu Joseph Deiss. L'obiettivo, come ha spiegato il rappresentante permanente italiano all'Onu Cesare Ragaglini, ''e' una ripresa del negoziato intergovernativo, sulla base di uno spirito di dialogo e di ricerca di una soluzione consensuale e di compromesso'', abbandonando cioe' i tentativi di forzatura, come quello avviato dal G4, che vuole imporre la sua visione, e ha recentemente presentato un terzo progetto di risoluzione sull'argomento. ''E' in corso una vera battaglia diplomatica – ha ricordato l'ambasciatore – abbiamo frenato la recente accelerazione del G4, ma l'attenzione deve rimanere elevata''. Il caso dell'India e' particolare. La sua determinazione si e' affermata a novembre, quando il presidente degli Stati Uniti Barack Obama in visita a New Delhi aveva a sorpresa appoggiato la richiesta indiana di ottenere un seggio permanente. Washington e' da sempre favorevole ad un seggio per il Giappone, e non si e' pronunciata invece per Germania e Brasile. Anzi, in visita a Brasilia a marzo, Obama non aveva voluto prendere posizione sul seggio brasiliano, e per evitare imbarazzi la presidente Dilma Rousseff aveva organizzato una conferenza stampa congiunta nel Palazzo Presidenziale senza accettare domande. Secondo fonti diplomatiche qualificate, l'obiettivo dell' India sarebbe uno soltanto: ''Non uscire dal Consiglio di Sicurezza, ora che dopo 19 anni ci e' finalmente entrato, anche se solo da membro non permanente''. Gli altri tre del G4 hanno posizioni piu' prudenti, consapevoli di essere ben lontani dalla maggioranza dei due terzi necessaria in seno all'Assemblea Generale per varare la riforma. Ma New Delhi e' pronta ad andare fino in fondo. Una accelerazione della riforma del Consiglio e' stata infine chiesta dal segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon. In una conferenza stampa a Ginevra, Ban si e' detto pronto a ''coordinare e a tentare di creare una atmosfera per accelerare i negoziati. So che l'India e' uno dei paesi che aspira a diventare membro permanente''. Secondo Ban sta crescendo il consenso in seno all'Onu in vista di un Consiglio ''riformato ed ampliato in una maniera piu' democratica, piu' rappresentativa e piu' trasparente''.

Gestione cookie