Parma, evasi due detenuti dal carcere di via Burla. Nella struttura anche 41bis

PARMA – Hanno segato le sbarre e si sono calati giù con le lenzuola, proprio come in un vecchio film di guardie e ladri. Così due albanesi sono evasi dal carcere di via Burla a Parma. Sono fuggiti all’alba di sabato mattina, erano all’incirca le 6.30 quando gli allarmi sono scattati. Ora li cercano in lungo e in largo per tutto lo stivale. Uno dei due evasi tentò la fuga già alcuni anni fa da un carcere del Nord Italia.

I due erano finiti in carcere per omicidio, il trentacinquenne, e per rapina e altri reati legati alla droga, il ventinovenne. A dare notizia dell’evasione è stato il segretario generale aggiunto del Sappe, Giovanni Battista Durante che denuncia: “La scarsa attenzione che negli ultimi tempi si pone alla sicurezza delle carceri determina episodi di questo tipo.L’eccessivo sovraffollamento e la tendenza ad allentare le maglie della sicurezza fanno in modo che il carcere diventi sempre meno sicuro”.

Il carcere di via Burla a Parma è entrato in funzione poco più di vent’anni fa, nel novembre ’92, e fu ufficialmente inaugurato il 24 marzo ’93 con la visita del direttore del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria dell’epoca, Nicolò Amato.

Ha preso il posto delle storiche prigioni ricavate nell’ex complesso di San Francesco, dove si ricordano alcune evasioni ‘classiche’, mentre nella nuova struttura finora si erano avuti solo alcuni casi di evasione per mancato rientro dai permessi.

Tra questi, quello singolare del gennaio di due anni fa, quando un pregiudicato napoletano di 39 anni in regime di semilibertà a Parma era andato a costituirsi al penitenziario di Lucca, per riuscire ad ottenere ”una cella più comoda e soprattutto meno umida”.

Il carcere di via Burla, con un settore riservato ai detenuti sottoposti al trattamento del ’41 bis’, è stato progettato per circa 400 persone, ma ne ospita attualmente molte di più. I dati diffusi lo scorso ottobre dopo una visita alla struttura di Desi Bruno, Garante dei detenuti dell’Emilia-Romagna, parlavano di 617 reclusi contro una capienza regolamentare che prevede 385 posti. I detenuti comuni erano 465, quelli in regime di alta sicurezza 85, altri 69 in regime di ’41 bis’; 13 in semiliberta’, 16 lavoranti esterni ‘in articolo 21 O.P.’.

Tra i personaggi che sono stati, o sono reclusi a Parma, anche boss della criminalità organizzata come Leoluca Bagarella, Raffaele Ganci, Giovanni Alfano e Bernardo Provenzano, e l’ex patron della Parmalat Calisto Tanzi, trasferito pochi giorni fa all’ospedale Maggiore dopo essere caduto sul pavimento della cella. L’istituto dispone di varie strutture: la ‘casa di reclusione’ ospita i detenuti condannati in via definitiva, con annesso centro diagnostico e settore per invalidi; la ‘casa circondariale’ ospita invece i detenuti in attesa di sentenza. Un’altra struttura ospita i detenuti del ’41 bis’. 

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