Passera a Tremonti: prefetti in banca, scelta “non saggia”

Nella polemica aperta dal ministro dell’economia Giulio Tremonti contro il governatore della banca d’Italia, Mario Draghi, su a chi coompeta il controllo sul sistema bancario, è intervenuto l’amministratore delegato di banca Intesa, Corrado Passera.

Passera ha detto ai giornalisti, sabato mattina in margine a un convegno a Cernobbio, che la sua banca sottoscriverà i cosiddetti Tremonti bonds: «Credo di sì, anche se continuano a presentarli come una specie di punizione» ha detto Passera, rispondendo ad una specifica domanda. Così dopo il Banco Popolare di Milano che ha presentato istanza ufficiale per 1,45 miliardi, anche Intesa Sanpaolo sembra accogliere la proposta del governo.

 Sull’idea dei prefetti, ha detto ancora Passera, se la decisione del Governo sarà effettivamente quella, «tutte le banche responsabilmente daranno il massimo della collaborazione”. Poi ha aggiunto:”vorrei però anche capire meglio cosa c’entrino i prefetti?».

Secondo Passera, la crisi «non si affronta con decisioni demagogiche». Il coinvolgimento dei prefetti, «creerà disagio agli stessi prefetti e alle eventuali aziende reclamanti”. “L’idea che l’amministrazione, e attraverso questa la politica, entri nella tematica dell’erogazione del credito non è una cosa di cui si sente il bisogno. A me non pare una buona idea». Corrado  Passera conclude:  «Di controllo e di vigilanza ce ne è sicuramente molta. È importante non voler tutti fare tutto».

Possono e debbono i Prefetti più di Bankitalia? Sì, possono controllare più e meglio l’attività delle banche. E devono farlo, anche se la cosa a Bankitalia non piace perchè, a suo giudizio, somiglia più ad un editto pomposo che a un provvedimento concreto.  La questione è quella della erogazione del credito ad imprese e famiglie. Chi decide se le banche “stanno facendo le banche”, il Prefetto o l’istituto di vigilanza competente? L’altra questione che si somma e si aggiunge in pericoloso gemellaggio è quella della tensione tra il ministro dell’Economia Giulio Tremonti e il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi. Il numero uno di via Nazionale, sentendo violate le prerogative dell’Istituto, si era detto contrario all’idea all’idea di affidare ai prefetti (e quindi al governo) i  controlli sul credito erogato delle banche.

Dalla riunione della Task force per i finanziamenti ai sistemi sanitari a Londra, Tremonti rilancia: se le banche sono operatori internazionali, il controllo deve essere internazionale, sistemico. Cioè della Banca centrale europea: “Fosse per me, darei tutta la vigilanza sulle banche alla Bce. È una questione di mezzi. Se quelli che si devono controllare hanno la Ferrari, i controllori non possono avere la bicicletta. Se gli operatori sono sistemici, siano essi banche o finanziarie, anche la vigilanza dev’essere sistemica”. Dunque, secondo Tremonti, i Prefetti e/o la Bce, Bankitalia non basta.

Il dissidio tra il ministro dell’economia e il Governatore è tutt’altro che limitato alla tecnica del controllo, è un dissenso politico: da una parte Tremonti che rivendica il primato della politica sulla finanza, dall’altra chi teme una finanza politica che alla lunga dissesta il sistema bancario. Restano in mezzo per ora le aziende che faticano ad ottenere il credito in attesa che lo scontro politico e quasi istituzionale abbia in vincitore.

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