Pd, il partitone volta pagina. Pare. Elly Schlein, incoronata segretario nella Nuvola romana dell’Eur, parla di “nuova primavera” e promette che “adesso si torna tra la gente”.
Altra promessa: “unità”. Insomma Elly Schlein riparte dalle correnti. Teme scissioni. Ma il nuovo corso parte proprio da lì. E da dove sennò?
LA NUOVA DIREZIONE DEL PD
È un miscuglio tra la vecchia “ Ditta” con il ritorno in scena di Livia Turco (68 anni, parlamentare dal 1987), Sardine, Articolo Uno e ex GCIL come Susanna Camusso. Al tavolo di Elly c’è anche una pattuglia dei “ Sindaci liberali” come Giorgio Gori ed Emilio Del Buono. La maggioranza si tiene stretta i due vice e il tesoriere. Gli sconfitti ( termine che non piace a Bonaccini) incassano la presidenza.
Per scongiurare venti di scissione e la fuga degli ex popolari rispunta il manuale Cencelli. La nuova direzione comprende le due vice donne . Cioè Chiara Grubaudo, ex orfiniana, e Loredana Capone, presidente del Consiglio Regionale della Puglia. I conti del partito saranno in mano al senatore Michele Fina, abruzzese, eletto dalla assemblea con 4 astenuti per sostituire Walter Verini. Morale il 47% dei posti vanno alla mozione di Bonaccini; il 53% all’area Schlein.
NEW ENTRY MULTICOLORI
Tra le novità spicca il ritorno degli ex Articolo Uno di Alfredo D’Attorre. Si rivedono Le Sardine, Il movimento di attivismo politico nato a Bologna nel novembre del 2019 durante la campagna elettorale in Emilia Romagna del 26 gennaio 2020. Le Sardine entrano in direzione con 2 esponenti di primo piano: Mattia Santori e Jasmine Cristallo.
MOLTA BOLOGNA NELLA DIREZIONE PD
Il capoluogo emiliano è largamente presente nella direzione Dem a partire dal sindaco Matteo Lepore. Ci sono poi anche l’assessore al Welfare Luca Rizzo Nervo, il deputato Andrea De Maria, la senatrice prodiana Sandra Zampa e poi i vertici (regionale, provinciale, cittadino) del partito. Ovvero Luigi Tosiani, Federica Mazzoni, Enrico Di Stasi. Naturalmente l’euro deputata Elisabetta Gualmini, i consiglieri regionali Stefano Caliandro e Antonio Momolo, l’economista Emanuele Felice e Andrea Gaddari.
CATTOLICI IN FERMENTO
Qualche mugugno già si sente qua e là. Ammette Graziano Delrio: ”Si, c’è preoccupazione fra i cattolici. È inutile negarlo ma non devono esserci pregiudizi.”
Incalza Paola De Micheli: ”Un problema lo abbiamo, con il mondo cattolico: i disagi di alcuni non vanno sottovalutati o trattati in maniera fastidiosa”. Il fermento dei cattolici rischia di aumentare. Elly Schlein batte sul tasto dei diritti Lgbt + e dello ius soli. La neo segretaria si trincera dietro l’indicazione del nemico più ovvio: ”Il governo più di destra che ci sia mai stato”, bersagliato per la disumanità verso i migranti (“Basta soldi alla guardia di costiera Libica”), le politiche verso i poveri, le riforme del fisco e della autonomia. Aggiunge la Schlein: ”Sono una nativa democratica entrata in politica quando il PD già esisteva ed è una fortuna e una sfortuna: non ho potuto avere la formazione politica delle storie che hanno contribuito a fare il partito”.
GUERRA E ALLEANZE, TEMI AD ALTO RISCHIO
Sono due i capitoli ad alto rischio di rottura: la guerra e le alleanze. Il sostegno all’Ucraina è confermato. Ma il segnale è timido. La discussione svolta sulla opportunità di un maggiore protagonismo dell’Europa e della ricerca della pace. Mistero sulle alleanze. Elly Schlein per ora non si sbilancia. Parla a Calenda come a Conte indicando i punti sui quali si può sperimentare subito l’unità’ di azione. Cioè: salario minimo e sanità pubblica.