Pena di morte in Cina/ Il Paese abbandona il classico colpo di fucile alla nuca per passare all’iniezione letale

Pubblicato il 8 Luglio 2009 - 17:23 OLTRE 6 MESI FA

Cambio di rotta in Cina nelle modalità di esecuzione della pena di morte: le autorità hanno deciso che i condannati non verranno più giustiziati con un colpo d’arma da fuoco, bensì con un’iniezione letale.

All’esterno della prigione di Pechino, dove c’è il braccio della morte con il maggior numero di condannati della capitale, secondo il China Daily è già stata costruita una struttura e adesso si comincerà a preparare la polizia, ma anche il personale sanitario che dovrà somministrare la sostanza letale e controllare l’avvenuto decesso.

La Cina è il Paese dove avviene il maggior numero delle esecuzioni capitali nel mondo. Secondo le autorità, l’iniezione letale, che nel Paese è stata autorizzata nel 1997, è meno invasiva, più sicura e meno costosa. «L’iniezione letale è il metodo più diffuso di pena di morte nei Paesi che adottano la pena capitale, la Cina si adeguerà», ha spiegato Hu Yunteng, capo dell’ufficio studio del tribunale Supremo del popolo. Non solo: l’iniezione letale  è considerata “più umana” perché, rispetto al colpo alla nuca,«attenua la paura dei condannati a morte e il loro dolore». Nel 2008, secondo Amnesty International, sono state eseguite più di 1.700 condanne a morte in Cina, più del 70% di tutte quelle che avvengono nel mondo; Pechino tuttavia non rende pubblici i dati in quanto il numero esatto delle esecuzioni capitali viene considerato come un “segreto di Stato”, secondo le organizzazioni a tutela dei diritti umani  le cifre potrebbero essere molto più alte.

Dopo una serie di riconosciuti errori giudiziari, il gigante asiatico ha lentamente cominciato a rivedere il sistema giudiziario relativo alla pena di morte: all’inizio del 2007, la Corte Suprema del Popolo ha iniziato a rivedere ogni sentenza capitale (prima il compito di emettere il giudizio finale era lasciato ai tribunali di rango inferiore) e la novità, secondo Pechino, dovrebbe contribuire a diminuire il numero delle sentenze capitali.