Perché Putin vuole la “guerra fredda”? Perché non vuole l’Europa. Secondo Putin, affermava Navalny, la democrazia è una finzione e comunque il popolo non la vuole per davvero. Controllando l’FSB (la nuova polizia segreta), Putin è in grado di fare arrestare, incriminare, processare chiunque lo ostacoli. Aggiungici il controllo sulla Duma, le Forze Armate, la magistratura e devi concludere che il paese è diventato un feudo dell’ultimo zar.
Secondo l’intelligence anglo-americana, il periodo in cui viviamo è il più pericoloso della nostra storia. Oggi ci sono almeno dieci paesi che possiedono ordigni atomici e hanno a disposizione missili per lanciarli. Quattro sono totalmente instabili, altri tre sono spietati e dittatoriali ma aggressivi nei confronti delle altre nazioni. La Corea del Nord e l’Iran sono due di questi ma in testa c’è, per sua scelta, la Russia. E’ dai tempi di Stalin che la situazione non è così grave.
Ogni settimana rileviamo tentativi delle navi da guerra e sottomarini russi di penetrare le nostre acque costiere e di invadere lo spazio aereo. I nostri caccia intercettori e le difese sottomarine sono perennemente in stato d’allerta.
PUTIN DIETRO I CYBERATTACCHI
Anni prima c’erano stati devastanti cyberattacchi ai danni dell’Ucraina (e dell’occidente), contro le banche, i sistemi informatici del governo e la rete elettrica. Questo “prodotto” chiamato NotPetya, secondo americani, canadesi e inglesi sarebbe stato realizzato dai russi. L’ultima arma segreta avrebbe generato la “sindrome dell’Avana”, legata all’uso di strumenti sonici da parte dell’intelligence russa, addestrata alla James Bond. E’ ricominciata la guerra fredda ad opera di Mosca.
Putin controlla anche la Chiesa. Il miliardario Patriarca Kirill afferma che l’invasione dell’Ucraina è una “guerra santa, esistenziale e di civiltà”
Se queste notizie su Putin fossero vere, vorrebbe dire che Hitler era un dilettante al suo confronto, che la tecnologia russa in certi settori è più avanzata di quella americana, che le spie russe sono molto preparate e che la loro capacità corruttiva dei nostri “politicanti” e degli intellettuali filorussi è molto invasiva ed efficace. Che la dipendenza energetica dalla Russia sancita pochi anni fa, dimostra la pochezza della classe dirigente europea. Che il popolo russo che ha votato per Putin è formato da “mugic” secondo la tradizione folcloristica e letteraria di Tolstoj; oppure, che le polizie segrete e i generali dell’esercito, ormai consapevoli dei rischi immanenti della politica putiniana, stanno preparando un attentato di palazzo per sopprimere il dittatore.
Le elezioni politiche in India
Nel paese più popoloso della Terra, fra pochi giorni si terranno le elezioni politiche. Il voto di scambio è considerato una manna perché il corrispettivo di un solo voto permette di vivere ad una famiglia per qualche mese. La gente si aspetta attentati di matrice religiosa organizzati dagli induisti contro gli islamici o viceversa. I cristiani e gli ebrei stanno vivendo in stato di allarme. Lo spirito antioccidentale è entrato nella campagna elettorale; ecco il manifesto di un candidato con molto seguito.
“Se gratti in superficie, vedi il disfacimento, la morte imminente. Non c’è futuro per Inghilterra e Usa. Fatevi un viaggio in America. Studiate la vostra storia. Voi ci avete saccheggiati, ci avete preso tutto, avete rubato i nostri tesori. E adesso ci guardate e dite: siete così spirituali, siete così saggi, così semplici. Si, stronzi, noi siamo semplici. Semplicemente vi distruggeremo. Loro non vogliono che siamo forti, che abbiamo cuore, spirito, robustezza, ingegno, ricchezza, potere, ma noi siamo e abbiamo tutto questo. Ci hanno fatto mangiare merda per tanto tempo, ma ora la fortuna è girata. Ora è il nostro momento. Noi trasformeremo questa città e questo paese, cambieremo la nostra vita, trasformeremo il mondo. Questo è il secolo dell’India. Il nostro secolo. E nessuno ce lo toglierà. Riporterò in India il diamante bianco Koh-i-Noor. Quella dell’India è una falsa democrazia”.
Il partito di Modi si prefigge di introdurre l’induismo come religione ufficiale del paese, ai danni della religione islamica che cerca terroristi pronti al martirio. Modi, si appresta a ottenere il terzo mandato da capo del governo.
Le parole di quel candidato indiano sembrano riprese dagli studenti universitari di tutti i paesi occidentali che rimuovono le statue di Colombo e dei colonizzatori europei dei secoli scorsi. Mentre il grande colonizzatore moderno è la Cina di Xi che sfrutta oltre ogni limite le risorse minerarie dei paesi africani, nel totale silenzio dell’Onu (è il mercato, “bellezza”). Viene in mente il colonialismo da operetta dell’Italia fascista che inviava eserciti di contadini per zappare la sabbia e non estraeva neppure un barile di petrolio dal territorio libico.
Cina e Iran
Il presidente iraniano Ebrahim Raisi, è stato in Cina, ospite di Xi Jinping. Un viaggio “attraverso cui approfondire la cooperazione e spingere la narrazione contro l’ordine globale filo-occidentale. L’obbiettivo di creare un nuovo sistema di “governance” degli affari mondiali, unisce il pensiero strategico di Xi con le visioni storiche della Repubblica islamica”.
Nel frattempo le milizie filo iraniane organizzano attentati contro Israele, che risponde con un raid contro il consolato iraniano a Damasco. Il mondo resta con il fiato sospeso in attesa della reazione degli ayatollah. Per mantenere la pace, gli occidentali auspicano che qualche presidente Usa “conceda” l’annessione di Taiwan, nonostante l’esito delle elezioni politiche tenutesi in quel paese.
Israele come fattore di destabilizzazione dell’occidente
I conflitti arabo-israeliani risalgono al 1947 e sono andati avanti, quasi senza sosta, fino ai nostri giorni. In questo periodo Israele ha avuto governi laburisti, di destra estrema e del Likud. Non risale quindi al solo Netanyahu la responsabilità delle guerre con la Palestina. Il governo americano ha studiato fin dal 1970 un piano di aiuti per ridurre il numero dei disoccupati in Cisgiordania, nel cui ambito Hamas recluta i terroristi.
Il movimento è finanziato senza limiti dagli stati del petrolio: gli uomini di Hamas ricevono uno “stipendio” mensile doppio di quanto paga Israele ai soldati del proprio esercito. I rappresentanti politici del “business” terroristico islamico vivono in alberghi a 5 stelle nel Qatar. Finché l’obbiettivo sarà l’eliminazione finale di Israele, la politica di difesa sarà sempre quella attuale, sia che governino i laburisti che i conservatori.
Finché governerà Hamas, il martirio del popolo palestinese si ripeterà. Considerati i massacri e perfino l’eliminazione di persone che svolgono opera umanitaria, viste le manifestazioni nel mondo pro Palestina, è indubbio che Israele costituisca un fattore di destabilizzazione del mondo occidentale. Non si registrano cortei a favore dell’Ucraina che sta diventando un peso per la nostra economia.
Da cosa sono accumunati paesi come la Cina, la Russia, l’Iran, l’India? Dal fatto che il potere è esercitato da un gruppo ristretto che considera la democrazia occidentale il male assoluto.
Eppure, tutti questi paesi hanno raggiunto un progresso economico che non ha precedenti, grazie all’introduzione di nuove tecniche di produzione e della scienza “occidentale”, all’emigrazione “destabilizzante” che, secondo i sindacati, toglie lavoro agli operai europei. Lo spirito revanscista c’è sempre stato e le lotte tra religioni, anche.
Il fatto nuovo è che l’Oriente del mondo continua a temere l’America per la forza del suo esercito, ma ha individuato nell’Europa (442 milioni di abitanti privi di identità unificante) l’anello debole dell’Occidente. Un segnale che le democrazie non sono in via di estinzione ci viene dalla Turchia, dove, per la prima volta, dopo 35 anni, il partito repubblicano ha superato il Chp di Erdogan, un dittatore opportunista che basa il suo potere sull’islamismo e che è stato accolto nella Nato, nel cui ambito esercita un pericoloso ruolo di interdizione. Possiamo solo sperare che le elezioni europee del prossimo autunno diano la maggioranza ai gruppi in grado di realizzare l’ideale fondante dell’Unione: un solo esercito, una sola politica estera, una sola fiscalità.