Oceano senza pace. Il mare davanti alla Somalia è letteralmente infestato dai pirati, non c’è nave mercantile o yacht che non rischi il sequestro.
Venerdì la marina da guerra francese ha fatto un blitz, con morti e feriti, liberando una nave.
Chi ne esce un po’ male sono gli americani, che invece non sono riusciti ancora a liberare, né con la forza né con i soldi, il comandante Richard Phillips, rimasto in mano ai pirati. Ma forse sono le indicazioni di prudenza che vengono direttamente dalla Casa Bianca, che non vuole altri fronti aperti in giro per il mondo.
Pirati a bordo di navi mercantili già da loro in precedenza sequestrate hanno scandagliato il mare aperto alla ricerca della scialuppa a bordo della quale è trattenuto in ostaggio Phillips, capitano della nave Maersk Alabama, sequestrata e poi riconquistata dall’equipaggio mercoledi scorso nell’oceano Indiano. Il mercantile è attesa entro la sera di sabato nel porto di Mombasa in Keya.
Una delle navi dei pirati è il cargo tedesco Hansa Stavanger, sequestrato il 4 aprile al largo delle coste della Somalia. A bordo delle navi ci sono una sessantina ostaggi di varie nazionalità. Poi ha desistito.
La situazione potrebbe evolvere nelle prossime ore, sfociando anche in una battaglia navale. Infatti una nave lanciamissili e portaelicotteri americana, la Halyburton, si è aggiunta al cacciatorpediniere lanciamissili Bainbridge, sempre della marina Usa, già sul posto da ieri, a circa 480 km dalla costa somala sull’Oceano Indiano. Una terza nave Usa, la Boxer, si sta avvicinando.
Chi non transige, invece, è la Francia, che da tempo ha detto di non accettare nessuna trattativa. Così è accaduto nel caso della barca a vela “Tanit”, sequestrata il 4 aprile dai pirati somali nel golfo di Aden. L’operazione si è conclusa con la morte del proprietario. Le altre quattro persone a bordo, tra cui un bambino, sono state invece liberate dai marines francesi. Anche due dei pirati sono stati uccisi.