PRIMARIE USA: HILLARY VINCE IN PENNSYLVANIA MA OBAMA RESISTE

Hillary_penn La Stampa pubblica una corispondenza del suo corrispondente a New York Maurizio Molinari sulla vittoria di Hillary Clinton nelle primarie della Pennsylvania. La riportiamo di seguito:

Hillary sconfigge Obama in Pennsylvania e resta in corsa per la nomination democratica. L’ex First Lady aveva bisogno di questa vittoria per resistere alle pressanti richieste di gettare la spugna e gli elettori della Penssylvania l’hanno aiutata grazie ad un voto segnato dalle differenze di razza ed età. Hillary ha fatto il pieno di bianchi e over-60 mentre Obama ha prevalso fra gli afroamericani e i giovani. Con il 95 per cento dei voti scrutinati Hillary è in vantaggio con il 55 per cento delle preferenze contro il 45 ma il sistema proporzionale che regola l’assegnazione dei 158 delegati in palio rende il risultato assai più bilanciato: 52 a 46 per lei, con 60 posti ancora da assegnare. Nella conta totale dei delegati Obama resta avanti 1694 a 1561 con l’obiettivo di quota 2024 ancora lontano. Entrambi possono dunque cantare vittoria. Nella notte di Filadelfia Hillary si è presentata in giacca verde smeraldo, con a fianco Bill e Chelsea per ringraziare i fan dicendo: «Grazie Pennsylvania, pensavano che fossi fuori gioco ma sono qui e continuo a battermi, il vento sta cambiando». Mentre Obama, sbarcato in Indiana dove si voterà il 6 maggio, ha ribattuto: «In Pennsylvania poche settimane fa eravamo 25 punti indietro ma abbiamo recuperato, restiamo in vantaggio nel numero dei delegati, nel voto popolare e anche negli Stati conquistati». Da oggi anche Hillary è in Indiana, uno Stato in bilico fra i due candidati mentre il North Carolina – dove si voterà sempre il 6 maggio – sembra preda certa di Obama per via della forte presenza di afroamericani fra i democratici. Per entrambi i candidati è stata una giornata elettorale in chiaroscuro. Hillary ha vinto e risorge per la quarta volta in questa campagna presidenziale – come già avvenuti in New Hamphire, nel Super Martedì di febbraio e poi in Ohio e Texas – ma resta sempre dietro a Obama e deve ora trovare in tempi stretti i fondi necessari per affrontare le ultime dieci primarie. Il senatore afroamericano è riuscito a resistere al ritorno dell’ex First Lady ma l’incapacità di attrarre il voto degli elettori bianchi è diventato oramai il suo più vistoso tallone d’Achille.

 

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