Processo breve: donne in rete, rischio impunità per reati violenza

CATANZARO – L'Associazione Dire, donne in rete contro la violenza, che racchiude 58 centri antiviolenza d'Italia, tra cui il Centro ''Roberta Lanzino'', in una nota, ''rilancia l'allarme del Gruppo delle Avvocate che collaborano con i Centri antiviolenza e manifesta forte preoccupazione per le conseguenze che la proposta di legge sul processo breve avra' sulle tante donne che trovano il coraggio di denunciare le violenze subite rischiando anche la propria vita''. ''I dati sulle uccisioni delle donne – prosegue la nota – denunciano dal 2005 un aumento progressivo: 101 nel 2006, 107 nel 2007, 113 nel 2008, 119 nel 2009. Il 2010 e' stato caratterizzato da una sequenza quasi quotidiana di donne assassinate perche' avevano rifiutato una relazione o avevano deciso di separarsi dal partner maltrattante''. Secondo l'Associazione, la legge, se approvata, ''toglie ogni possibilita' di prevenzione e repressione della violenza domestica e di altri reati commessi nei confronti delle donne, caratterizzati da profili investigativi molto complessi perche' quasi mai compiuti alla presenza di testimoni. La riduzione dei termini per le indagini e della prescrizione contribuisce a legittimare la cultura dell'impunita' che sottende alle violenze commesse nei confronti delle donne, in quanto reati ancora sottovalutati sebbene riconosciuti a livello internazionale come violazione dei diritti umani''. ''L'attuale disegno di legge – sostiene l'associazione Dire – introduce ulteriori profili di incompatibilita' con la Convenzione europea dei diritti dell'uomo, che con sentenza del 29 marzo 2011 ha gia' condannato l'attuale sistema di prescrizione italiano, evidenziando che lo stesso e' privo di qualsivoglia forza dissuasiva utile a prevenire gli atti illeciti con il rischio di una totale impunita' dei colpevoli e la violazione dei diritti fondamentali delle vittime e conseguente perdita della fiducia della collettivita'''.

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