Processo Calciopoli: tra telefonate e schede segrete

NAPOLI – Una serie di telefonate intercettate in cui si faceva ricorso, tra l'altro, a un linguaggio ''criptato e allusivo'', con l'uso di nomi in codice; le dichiarazioni dell'ex arbitro Danilo Nucini; la vicenda dell'ex arbitro Gianluca Paparesta e dei suoi collaboratori, oggetto di ritorsioni dopo alcune decisione sfavorevoli ai bianconeri durante la famosa Reggina-Juve. E le schede telefoniche estere che l'ex dg juventino Luciano Moggi forni' a designatori e arbitri per conversazioni riservate. Sono alcuni dei punti salienti della requisitoria del pm Giuseppe Narducci al processo Calciopoli ripreso oggi davanti alla nona sezione del Tribunale di Napoli. L'atto di accusa, che vedra' Narducci affiancato dal pm Stefano Capuano, occupera' almeno altre due udienze, necessarie ai magistrati per descrivere quello che a loro giudizio si configura come un sodalizio che gestiva il mondo del calcio italiano. Una organizzazione che, come ha sottolineato il pm, sarebbe stata attiva almeno dal 1999 (anno in cui le designazioni vengono affidate alla coppia Bergamo-Pairetto), ovvero da diversi anni prima che le intercettazioni -disposte nel 2004-5 – svelassero il presunto sistema illecito. Non si alteravano occasionalmente piu' gare – ha ricordato Narducci – per favorire la propria squadra, ma anche le partite delle squadre avversarie (''cosa mai registrata prima''), si danneggiava la squadra che si doveva incontrare il turno successivo attraverso le ammonizioni dei diffidati e si alteravano gli incontri delle ''squadre satelliti o amiche'' come il Messina o la Reggina. Si decideva inoltre quali squadre ''si riteneva conveniente sostenere''. ''Un'attivita' stringente in riferimento alla Fiorentina'' oggetto di un attivita' di dossieraggio per screditare la figura dei dirigenti e ''costretta ad andare a Canossa (ovvero rivolgersi all'organizzazione', ndr) per sconiurare la retrocessione. Il pm ha passato poi in rassegna una serie di episodi. Tra questi il caso di una decisione dell'arbitro Farina che non espulse per fallo da ultimo uomo un difensore juventino. Narducci ha letto i passaggi di alcune intercettazioni telefoniche tra Moggi e il designatore Paolo Bergamo in cui quest'ultimo assicurava il dirigente bianconero che avrebbe trovato modo di giustificare l'errore dell'arbitro nella rubrica che Bergano curava sulla Gazzetta dello Sport, cosa che – ha evidenziato il pm – realmente avvenne. Il magistato ha inoltre confutato una argomentazione difensiva sul fatto che ci troviamo di fronte a valutazioni arbitrali opinabili e inevitabilmente al centro di polemiche, come sempre accade nel calcio. Per il pm un arbitro puo' essere decisivo anche se non concede un rigore o decreta un'espulsione. E' da valutare invece ''l'atteggiamento complessivo che l'arbitro assume con i calciatori in campo, c'e' l'atteggiamento atto a intimidire i calciatori di una squadra, ed e' questo che fa la differenza. C'e' poi il ruolo degli assistenti perche' a volte avere ''la bandierina pesante (abbassata o alzata in situazioni diverse) determina l'esito di una partita''. Narducci si e' poi soffermato sulla vicenda dell'arbitro Nucini che, secondo le sue stesse dichiarazioni, dopo un arbitraggio sfavorevole alla Juve, sarebbe stato osteggiato dal sistema fino a quando non si avvicino' a Moggi, attraverso l'ex ds del Messina Mariano Fabiani, ricevendo una scheda della Tim per conversazioni riservate, poi risultata intestata a un ignaro professionista napoletano (e acquistata in un negozio di via Petrarca a Napoli, la stessa strada dove abita Moggi, ha sottolineato il pm). Ha fatto inoltre riferimento ad alcune intercettazioni tra Moggi e il suo autista tuttofare Armando Auby, da cui emerge che questi aveva spesso incarico di acquistare schede sempre rigorosamente ''non intestate''. E' stata poi affrontata la questione di Paparesta e del tempestoso dopopartita Reggina-Juve: il pm confutando le obiezioni della difesa, ha sottolineato che l'arbitro e' stato bloccato per piu' turni come punizione. Ed ha invitato i giudici non tanto a leggere quanto ad ascoltare la telefonata in cui Aniello Di Mauro (l'assistente che aveva danneggiato la juve) piange ''mortificato nella sua dignita''' per i rimproveri esagerati di Bergamo, che a sua volta aveva agito su impulso di Moggi. Narducci ha infine toccato l'argomento centrale delle numerosissime ''sim'' estere fatte acquistare da Moggi e consegnate ad arbitri e designatori, una vicenda ricostruita da accertamenti tecnici svolti e sulla cui fondatezza si e' gia' pronunciato il gup Eduardo De Gregorio al termine del processo con rito abbreviato. L'esistenza delle schede emerge non solo dalle indagini tecniche ma anche dal contenuto di intercettazioni telefoniche, nonche' dalle ammissioni fatte da Paparesta e dall'errore fatale di alcuni possessori che le utilizzarono per chiamare numeri ''non coperti'' di altri indagati o di parenti. La requisitoria riprendera' il 10 maggio prossimo. .

Comments are closed.

Gestione cookie