“Profilattico” è tabù in Rai: mail di censura preventiva

Pubblicato il 2 Dicembre 2011 - 09:14 OLTRE 6 MESI FA

Condom gigante in Piazza Montecitorio

ROMA – Alla Rai pronunciare la parola “profilattico” non si può. Nonostante tutto il mondo celebri la giornata contro la diffusione del virus dell’Aids. I conduttori di Radio 1, che ha dedicato una serie di programmi al tema, sono stati costretti a un difficile slalom per evitare di incorrere nella parolina tabù. E’ filtrata, infatti, la notizia di una mail dell’azienda che invitava tassativamente a non farne uso. Chi ha preso la decisione? Dice la mail, inviata mercoledì: “Il ministero ha ribadito che in nessun intervento deve essere nominato esplicitamente il profilattico”. Quindi è stato il Ministero della Salute, guidato da pochi giorni dal cattolico di area progressista Renato Balduzzi, per compiacere la linea intransigente della Chiesa?

Sarebbe troppo facile: e infatti dall’ufficio stampa del ministero è arrivata la smentita: “Non ci risulta che siano partite mail con questa indicazione”.  Se le cose stanno così, allora vuol dire che in Rai c’è qualcuno più realista del re. La mail incriminata è partita dalla posta elettronica del funzionario della tv di Stato Laura De Pasquale. Sostiene Maria Teresa Meli sul Corriere della Sera che trattasi di funzionario “in rapida ascesa”. Nonché fidanzata del cameraman “privato” di Silvio Berlusconi. In ogni caso, a costo di imbarazzanti, questi sì, giri di parole, di profilattici o preservativi nelle trasmissioni non si è avuta traccia.

“Bisogna limitarsi al concetto generico di prevenzione nei comportamenti sessuali e alla necessità di sottoporsi al test Hiv in caso di potenziale rischio. Se potete, sottolineate il concetto”: così proseguiva la mail. Decisamente un passo indietro rispetto a soli tre anni fa, quando uno spot per la Rai conteneva l’invito esplicito, pronunciato dall’attrice Ambra Angiolini, ad utilizzare il condom. Diceva lo spot: “Rispetta la vita, rispetta te stesso e gli altri, usa il preservativo e nell’amore non rischiare”.

C’è chi fornisce qualche dettaglio in più. ”E’ stata una giornalista di Radio Rai che mi ha chiamato per il mio intervento nel corso della maratona radiofonica a dire di limitarmi a parlare del test e che l’indicazione arrivava dal ministero della Salute”. A raccontarlo è Rosaria Iardino, presidente del Nucleo Persone Sieropositive (Nps) e anche membro della commissione ministeriale sull’Aids. ”Prima di intervenire in Radio – chiarisce Iardino – la conduttrice mi ha spiegato che le indicazioni erano di parlare solo del test. E quando io ho detto che non ero d’accordo e che avrei parlato anche di profilattici, lei mi ha specificato di dire che lo facevo solo a titolo personale, e non come membro della commissione”. Un concetto, ha aggiunto Iardino, che la stessa giornalista ”ha poi tenuto a ribadire alla fine del mio intervento”.

Nel pomeriggio è arrivata anche la smentita della Rai:  ”Mai date indicazioni in tal senso”, si legge in una nota ”in merito a quanto riportato da alcuni quotidiani su un presunto divieto dell’utilizzo della parola ‘profilattico’ all’interno dei programmi durante la Giornata Mondiale della lotta all’Aids”. L’azienda pubblica ribadisce ”la piena autonomia editoriale di reti e testate”, aggiungendo che ”l’impegno resta quello di sostenere sempre con maggior forza la campagna di sensibilizzazione per la lotta all’Aids”.

A chiudere una coda di polemiche ci pensa il ministro Balduzzi: “La prevenzione all’Aids passa anche attraverso il preservativo o il profilattico” e il ministero della salute ”non si permetterebbe mai” di dare indicazioni sul non uso di questa parola. Basterà?