Putin-Kim, faccia a faccia in Siberia per due ore. Colloquio nel Cosmodromo di Vostochny, fiore all’occhiello dello zar; uno “spazioporto” costruito nell’Estremo Oriente russo ((Siberia ), 8 mila km di distanza da Mosca.
Tenuto segreto fino all’ultimo, i due dittatori , mercoledì 13, hanno “discusso di tutto senza fretta” (parole loro). Putin e il presidente Nord-coreano hanno brindato “al futuro rafforzamento della cooperazione “, alla “amicizia tra i nostri Paesi” (finché dura), alla “salute e al benessere di tutti i presenti”.
Poi, deposti i bicchieri, sono arrivati al dunque. Cioè all’accordo sulla fornitura di armi e tecnologia militare. Kim, soddisfatto, ha poi lasciato Il Cosmodromo su una limousine; naturalmente blindata come il treno con cui è entrato in Russia, accolto su un tappeto rosso come si conviene con le star del Cinema, a Venezia o a Hollywood. Detto ciò, è il caso di fare delle considerazioni.
1) LA GUERRA IN UCRAINA CONTINUERÀ
L’asse delle autocrazie, le compagne d’armi Mosca-Pyongyang, hanno fatto un patto in nome della “sacra lotta contro il male in Ucraina”. Tradotto in soldoni: andiamo avanti nella guerra. Non è un buon segno.
2) LE AMBIZIONI SPAZIALI DELLA COREA
Non è sfuggito agli osservatori internazionali il particolare interesse dimostrato da Kim visitando il sito siberiano per l’assemblaggio e il lancio dei razzi Soyuz-2 e dei nuovi Angara, vettori di lancio in via di sviluppo, capaci di posizionare in orbita dei carichi utili pesanti. Prepariamoci: la Corea del Nord andrà presto nello spazio. È uno degli effetti della ripresa dell’interscambio tra Corea e Russia.
3) L’OMBRA DI PECHINO SUL NUOVO ASSE RUSSO-COREANO
Poche storie. Alla Cina non interessa la questione Ucraina. Al presidente Xi interessa l’andamento della economia. E le cose non sono affatto semplici, visto il sovraindebitamento di banche e imprese, lo sclerotizzarsi delle strutture di potere proprio di un sistema autocratico, l’involuzione demografica che sta appesantendo il cammino cinese. E poi c’è la grana con gli Stati Uniti che sono contemporaneamente rivali geopolitici e partner commerciali. Le vulnerabilità economiche si sommano a quelle politiche. L’asse Mosca-Pyongyang che inquieta gli Stati Uniti e li tiene a bada, per questo ha la benedizione di Pechino. Gira e rigira è sempre una questione economica.