Putin tifa Trump. Ma va là. E il trucco dove sta? No, stavolta non c’è trucco e non c’è inganno. Può suonare strano per un ex KGB, ma la verità.
Il chierichetto del patriarca Cirillo spera che Donald, pur incriminato per le carte segrete di Mar-a-Lago, se la cavi e vinca le elezioni. Così gli Stati Uniti, col tycoon in sella, la smetteranno di dare armi all’Ucraina. E Mosca vince facile. Dunque, lo zar ha cambiato strategia.
Lo ha saputo l’ambasciatore del Papa (cardinal Zucchj) nel corso della sua missione diplomatica nella causa della pace in Ucraina. Lo dicono gli analisti di mezzo mondo, tra cui la nostra Nathalie Tocci, dal 2017 direttrice dell’Istituto Affari Internazionali (uno dei 20 più autorevoli del mondo; fondato da Altiero Spinelli, padre della Unione Europea). E lo ha scritto Sally Buzbee, il direttore dell’autorevole Washington Post (editore Jeff Bezos, il padrone di Amazon). Sally sostiene di averne le prove. Sarà.
MA LE PRESIDENZIALI AMERICANE SONO LONTANE
Votazioni il 5 novembre. Però il 60esimo presidente degli Stati Uniti sarà di fatto operativo non prima del gennaio 2025. Solo allora sarà possibile (eventualmente) un allentamento dell’aiuto militare a Kiev. Ci si chiede: allora la “pace giusta” è ancora lontana? Probabilmente è così.
E i cinesi che stanno a fare? Scordiamoci una pace in salsa cinese. Gli analisti occidentali (quorum Tocci) concordano:” I cinesi fanno un gioco di pubbliche relazioni che punta al Sud del Mondo. Vogliono mostrarsi potenza di pace, non mediare una pace. Pragmaticamente sanno che non ci sono oggi chances per un negoziato che non sia letto dai belligeranti come una resa di Kiev o del Cremlino. Nessuno è pronto a concessioni. Quindi non ci sono spazi”.
“STIAMO CERCANDO DI UCCIDERLO”
Gli 007 Ucraini confermano i due obiettivi primari: Putin e Prigozhin. Obiettivo numero uno è naturalmente Putin. Però preferiscono catturarlo e consegnarlo al tribunale dell’Aia, non ucciderlo. Cosa che invece (ucciderlo ) trova “ comprensibile” il boss dei mercenari della Wagner. Evgeny Prigozhin lo ha detto quando ha iniziato il ritiro delle forze della Wagner da Bakhmut che dal primo giugno è in larga parte consegnata all’esercito regolare russo.
LA PREMESSA DI PUTIN
La strategia dello Zar è chiara. Parte da una premessa fondamentale cioè la convinzione che l’Occidente è debole e alla fine mollerà, mentre la Russia è resiliente. Prigozhin ha attaccato ancora Mosca e paventa il “ Rischio rivoluzione”. Aggiungono gli analisti:” È indubbio che se Putin dovesse morire, la guerra finirebbe perché questa è la guerra di Putin”.
Precisa il boss della Wagner:” Credo tuttavia che non sarà facile eliminare Putin. Se mai Putin dovesse essere fatto fuori da qualcuno, sarà da forze interne alla Russia. Ma anche questo è più che altro un auspicio Occidentale “.