Putin va sulla luna. Stavolta però la missione è pacifica: lo zar cerca nuovi dati scientifici. E lo fa spedendo il razzo Soyus (già partito dal cosmodromo di Wostozschny).
Allunaggio previsto: 21 agosto. Questa almeno è la versione ufficiale. In realtà c’è dell’altro: la spedizione è soprattutto una dimostrazione di orgoglio per solllevare il morale (bassino) di 200 milioni di russi e nello stesso tempo rafforzare il prestigio del dittatore. Tutto ciò troverebbe conferma in alcune osservazioni.
1) PARTENZA IN DIRETTA TV DEL RAZZO
Putin ha voluto condividere con il suo popolo lo spettacolo del decollo dello Sooyuz. Puntuale è scattata la diretta televisiva per l’evento che mancava da 47anni. Il programma lunare dell’allora URSS era stato interrotto nel 1976 dopo diversi e sanguinosi fallimenti. Lo zar vuole colmare il vuoto di (quasi) mezzo secolo portando la navicella “Luna 25” a miracol mostrare. Il viaggio di 340 mila km si preannuncia di grande effetto. La navicella compirà orbite intorno alla Luna per un massimo di sette giorni.
2) PUTIN HA RIPRESO IL DUELLO CON GLI USA (ORA C’È ANCHE LA CINA)
È un effetto collaterale della aggressione della Ucraina. Putin ha bisogno (pro domo sua), per il suo tornaconto personale, di “stordire” il popolo rumoreggiante, con la sfida stellare; proprio come ai tempi (quasi) gloriosi dello Sputnik. Rispolverando i successi degli Anni ‘50, all’epoca protetti dal segreto militare.
Ma il sacrificio della cagnolina Laika – il primo a primo animale ad orbitare attorno alla terra (novembre 1957), lasciata morire sullo Sputnik 2 – ugualmente trapelò e commosse il mondo che omaggiò “Ricciolina” (“Kudryavka” per i sovietici) con libri, canzoni, spettacoli, documentari, film.
Gli USA risposero dieci anni dopo da Cape Kennedy (gennaio 67) con il lancio di Apollo 1 finito però in tragedia. I tre astronauti a bordo morirono bruciati.
3) PREVISTE ALTRE MISSIONI
Lo ha detto il generale Yuri Borisov deciso a raccogliere materiali e analizzare il suolo lunare per accertare la presenza di acqua. Ma Putin ha chiesto massima sicurezza per i piloti. Ne sono morti 11 nella corsa allo spazio. È il caso di ricordare che i primi ad arrivare sulla luna sono stati gli americani nel luglio ‘69. E questo Putin non lo ha dimenticato. Di qui il tentativo di superare oggi gli Stati Uniti.