Rai, Mediaset e il trailer che non vedremo

«Egregi signori il vostro spot non andrà in onda perché ha un contenuto politico, contro il governo…».  Non riusciamo davvero a immaginare la faccia del produttore Domenico Procacci, della Fandango, quando avrà aperto e letto la lettere con la quale lo Rai lo ha informato che lo spot del film Videocracy dedicato alla tv italiana, non sarebbe mai andato in onda.

Non osiamo immaginare cosa risponderebbe questa Rai alla richiesta di trasmettere uno spot dedicato al film “Le mani sulla città” di Francesco Rosi o “Il caimano” di Nanni Moretti.

A rendere la cosa più allucinante è che la stessa risposta è stata data da Mediaset, ma, almeno in questo caso, Berlusconi, uno dei protagonisti del film, è il proprietario dell’azienda.

La Rai, almeno sino a prova contraria, non è stata acquistata, eppure si comporta come un satellite del gruppo di Arcore. Così è accaduto nella vicenda Sky, così è accaduto con le nomine, così con lo spot oscurato.

Prima si decideva quali notizie dare a reti semi unificate, ora si vorrebbe decidere quali autori, quali notizie e persino quali spot espellere dal video.

In questi giorni in molti,in modo legittimo, hanno chiesto al Pd di non interferire nelle prossime nomine a Rai3. Adesso sarà il caso di chiedere a Berlusconi e al direttore generale Masi di smetterla di interferire nel diritto di scelta e nelle libertà di tutti i cittadini italiani.

Altrimenti diventerà sempre più difficile il pagamento di un canone, che assomiglia sempre più ad una tassa donata al proprietario unico del polo MediaRai.

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