RAI, NUOVO CDA: DI PIETRO, ”ENNESIMA SPARTIZIONE”

Dipietro4 Ennesima spartizione della Rai, omicidio dell'informazioni. Antonio Di Pietro come d'abitudine usa parole forti. Questa volta contro le nomine del nuovo Cda Rai. Lo fa in conferenza stampa a Montecitorio, affiancato da Leoluca Orlando, Massimo Donadi, Beppe Giulietti e Pancho Pardi. «In questo governo di regime abbiamo assistito all'ennesima spartizione lottizzatoria della Rai – attacca -. Con quest'atto spartitorio l'informazione è stata ammazzata. Questo significa che quando si tratta di gestire il poltronificio, le varie forze politiche diventano un unico partito».

«SODALI DI OMBRELLONE» – «È una cosa sconcia – continua Di Pietro parlando alla trasmissione Omnibus su La7 -. Se tu mandi al Coda Rai ex parlamentari, trombati della vecchia politica, sodali di partito, se non d'ombrellone, e te li spartisci tra maggioranza e opposizione, hai fatto un inciucio di comunicazione. Se si mettono d'accordo maggioranza e opposizione, allora nel Paese l'opposizione non c'è più. Io mi sento meno opposizione e più resistente. Io non credo che in questo momento ci sia una maggioranza al governo, io credo che ci sia una dittatura in costruzione e una resistenza in azione». Per l'ex pm la nomina del Cda sarebbe dovuta avvenire «almeno dopo» la pronuncia della Consulta sulla legge Gasparri.

«CI FAREMO SENTIRE» – Di Pietro ce l'ha anche con il Pd che – nonostante il terremoto e le dimissioni di Veltroni – ha preso parte all'"occupazione" della Rai: «Ognuno ha fatto in modo di scegliersi il proprio controllore. E questo trovo che sia profondamente sbagliato. Non volevamo che la Rai fosse asservita ancora una volta alle logiche di partito. Ed è per questo che abbiamo deciso tempo fa di non prendere più parte ai lavori della commissione di Vigilanza. Non volevamo essere complici del delitto dell'informazione che si è perpetrato. Ma ora che il delitto è compiuto, torneremo a far sentire la nostra voce in commissione di Vigilanza». I due esponenti dell'Idv scelti per sedere al secondo piano di San Macuto, al posto dei capigruppo di Camera e Senato Donadi e Belisario nominati d'ufficio dai presidenti delle Camere, sono il deputato indipendente Giuseppe Giulietti e il senatore Pancho Pardi. Anche Massimo Donadi, capogruppo alla Camera, non risparmia critiche al Pd: «Veltroni la mattina lascia il partito e la politica e poi il pomeriggio nomina il suo uomo di fiducia in Rai…».

PETRUCCIOLI – «Commissione di vigilanza e nomina del Cda sono stati due sequenze di delitti seriali che proseguirà con le nomine dei direttori generali e a cascata con le nomine degli altri dirigenti» prosegue Di Pietro, che qualcosa da dire anche sulla eventuale riconferma di Claudio Petruccioli a presidente della Rai: «Non ne faccio una questione di persone, ma di metodo. Noi dell'Idv riteniamo che queste persone non debbano essere nominate in questo modo, con i partiti che scelgono i vicini di ombrellone. È il metodo che non funziona, ma per il momento non ho ancora la maggioranza relativa. Quando l'avrò mi comporterò di conseguenza».

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