È stato convalidato l’arresto di Alessandro Simoncelli, il 20enne fermato sabato sera dai carabinieri mentre cercava di vendere un po’ di hashish in zona Campo de’ Fiori a un militare in borghese scambiato per cliente. Simoncelli, che sarà processato il 5 ottobre prossimo per direttissima, è però tornato subito in libertà: il giudice ha accolto le argomentazioni del pm Attilio Pisani secondo cui l’imputato è uno studente incensurato, incappato per la prima volta in una disavventura giudiziaria.
Simoncelli, difeso dall’avvocato Matteo Melandri e accompagnato a palazzo di giustizia dai genitori che lo hanno aspettato fuori dall’aula 16 del tribunale monocratico e se lo sono riportato a casa, doveva rispondere di detenzione e spaccio di sostanza stupefacente (circa 98 dosi di hashish) dal principio attivo non molto elevato.
In casa aveva una piantagione di marijuana che coltivava per uso personale. L’imputato, insomma, non avrebbe nulla a che fare con l’aggressione che i carabinieri, autori del suo arresto, hanno poi subito ad opera di una decina di ragazzi presenti in zona. Simoncelli era nell’autopattuglia ammanettato quando tutto intorno si è scatenata la bolgia.
Lo stesso Simoncelli ha negato di conoscere C.F., il 17enne denunciato al tribunale dei minorenni per resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento e ritenuto dai militari colui che ha chiesto agli altri giovani di intervenire in sua difesa per sottrarlo ai controlli che stavano facendo i carabinieri. «Io quei pazzi che hanno assalit0 i carabinieri neanche li conosco, anche io ho avuto paura di quello che stava succedendo», ha detto il ragazzo prima dell’udienza.