ROMA: MULTE A PROSTITUTE E CLIENTI, CONFUSIONE E PROTESTE

Prostitute2 «Io questi 200 euro non li ho e non li pago!». Mariana, 22 anni, strilla contro la pattuglia che si sta allontanando mentre si aggiusta la minigonna e appallottola il verbale di contravvenzione.

E’ lei la prima «lucciola» fermata a Roma e multata in base all’ordinanza antiprostituzione fortemente voluta dal sindaco Gianni Alemanno ed entrata in vigore ieri pomeriggio. Fino a sera, durante i primi blitz dei vigili in via Salaria e al Prenestino, altre 16 colleghe della giovane romena hanno subito la stessa sorte («Ma che volete? Sto facendo il mio lavoro. Datemene voi un altro e smetto!», si infuriava una connazionale). Anche tre clienti, colti a contrattare il prezzo di una prestazione, hanno ricevuto un verbale. Due sono meccanici ventenni che non sapevano nulla del provvedimento. Nel corso della giornata, poi, gli elementi di confusione sono aumentati: «Qualunque ragazza in abiti succinti in giro per Roma da oggi è a rischio: chi dirà quanto corta deve essere una gonna per manifestare l’intenzione di adescare?» si è chiesto il Sulpm, sindacato dei vigili urbani. E sul versante dei presunti clienti: «A leggere testualmente, anche un volontario che offre un tè caldo a una prostituta può essere multato».

Eccolo dunque, il testo controverso dell’ordinanza 242, tre pagine elaborate a più mani dall’Ufficio di gabinetto, diretto da Sergio Santoro e dal vice Tommaso Profeta: «Divieto per i clienti di contattare soggetti dediti alla prostituzione e concordare con gli stessi prestazioni sessuali» e per le «lucciole» di «assumere atteggiamenti e comportamenti e di indossare abbigliamenti, che manifestino inequivocabilmente l’intenzione di adescare o esercitare l’attività di meretricio». In alternativa alla multa le ragazze vittime di sfruttamento possono chiedere di essere accompagnate in centri di accoglienza gestiti dal Campidoglio. L’ordinanza resterà in vigore fino al 30 gennaio: «Per quel giorno speriamo che sia stato già approvato il disegno di legge sulla prostituzione, altrimenti sarà prorogata» ha spiegato Alemanno, annunciando un possibile aumento della multa a 500 euro, entro 15 giorni. Ma la bufera sul provvedimento, e su come è stato scritto, è appena cominciata.

Il Comitato per i diritti delle prostitute è sul piede di guerra: «Ricorreremo al Tar, senza contare che le multe si possono contestare al giudice di pace». Se da una parte esultano molte associazioni degli abitanti, dall’altra fra opposizione e magistrati prevale lo scetticismo. «Un provvedimento scritto sulla sabbia — ha detto Vittoria Franco, ministro ombra delle Pari opportunità del Pd — sarà difficile discriminare le forme e i modi dell’adescamento senza incorrere in una montagna di ricorsi». Il procuratore capo di Trento, Stefano Dragone, critica anche il ddl Carfagna: «Ma quale prostituta pagherà quei 200 euro? È assurdo costruire nuove fattispecie penali quando il processo non si può fare: è impossibile fare processi a extracomunitari irreperibili». Sferzante la replica del ministro delle Pari opportunità: «Non sono a conoscenza di norme costituzionali che prevedano la valutazione preventiva dei ddl da parte dei magistrati. Saranno le forze dell’ordine a identificare i fermati, poi ci sarà un regolare processo e la condanna sarà eseguita al momento del rintraccio».

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