Alluvione in Romagna, pressing sui fondi. Già migliaia di domande giunte sul tavolo del Commissario Figliuolo.
Dopo la natura si teme la burocrazia. I primi cantieri dovrebbero partire in settembre. Dopo settimane di attesa, di scontri politici, di summit a Palazzo Chigi (Meloni-Bonaccini, 13 luglio), discussioni complicate sulla assegnazione delle risorse , è arrivato il tempo della ricostruzione. Ma da dove si comincerà?
PRIORITÀ IN ROMAGNA: STRADE, CASE, AZIENDE
Sono i tre filoni che reclamano l’urgenza degli interventi. Il 95% dei danni provocati dall’alluvione del maggio scorso sono ricaduti sui territori dell’Emilia e della Romagna; il resto è distribuito tra Marche e Toscana.
Il Governo ha stanziato 2,5 miliardi di euro in conto capitale e fondi per altri 500 milioni a favore delle imprese e delle attività produttive. Il conto dei danni supera gli 8 miliardi di euro. Bisogna fare presto e bene. Intere filiere produttive rischiano di rimanere bloccate.
Il Commissario Figliuolo ed i suoi tre vice (i governatori delle tre regioni coinvolte) lo sanno bene. Di qui la decisione delle priorità di interventi: strade devastate da frane,smottamenti, crolli; case flagellate da acqua, fango e umidità; imprese azzerate che reclamano attenzione sul tema lavoro, la gestione degli ammortizzatori sociali.
Due dati emblematici: 70.300 edifici coinvolti dal maltempo (di cui 1.800 da frane) e 14.200 imprese danneggiate.
CITTADINI ARRABBIATI E STANCHI
La solidarietà dei primi giorni e settimane è finita. La fiumana- imponente, tumultuosa, generosa, commovente – se ne è andata. Nei giorni più critici di maggio c’erano sul territorio ferito (16 mila km quadrati) oltre 3 mila donne e uomini tra Vigili del fuoco, forze dell’ordine, personale e tecnici di infrastrutture viarie e ferroviarie, aziende di distribuzione di gas,elettricità, telefonia.
In più 1.500 volontari regionali e nazionali. Ora è rimasta la rabbia dei cittadini che reclamano attenzione politica ed economica con punte polemiche sul duo Stefano Bonaccini-Elly Schlein accusati di non aver protetto adeguatamente un territorio fragile. Sta montando un clima che non promette niente di buono.
UNA ALLUVIONE RECORD
Per descrivere la quantità d’acqua che è caduta in Emilia Romagna dall’1 al 17 maggio è stato calcolato che bisognerebbe mettere in fila l’equivalente di 128 dighe di Ridracoli(Appennino Romagolo, provincia di Forlì-Cesena), una delle principali opere di ingegneria d’Italia. In pratica 4,5 miliardi di metri cubi d’acqua si sono rovesciati su un territorio di 16.000 km. quadrati.
Una quantità enorme mai registrata prima e, per portata, senza precedenti in Italia. La valanga d’acqua che si è abbattuta sulla Romagna ha visto anche l’esondazione di 23 fiumi. L’alluvione e’ costata come una Finanziaria . E il conto da 9 miliardi potrebbe non bastare.