ROMA – Non ci sarebbe stato nessun “editto bulgaro in Rai” secondo Agostino Saccà, ex dg Rai: a raccontarlo è Luca Telese sul Fatto quotidiano che scrive di un convegno di Lettera 22, associazione di giornalisti che si autodefiniscono “Autoconformisti e non berlusconiani”: “Luttazzi non lo calcolo nemmeno, alla Rai di fatto non c’era. A Biagi avevo offerto 30 puntate! Aveva accettato, ma poi ha preferito andar via, come sa bene anche Mazzetti. Di Santoro ero uno dei due soli grandi amici che cita nel suo libro: non ha accettato la nuova collocazione. Se non fosse stato così – dice Saccà – avrei dovuto pagare un miliardo e 800 mila euro davanti all Corte dei conti”, ha detto Saccà.
Alla domanda di Telese: “Sei stato assolto?”, Saccà ha risposto: “No… mi hanno condannato a pagarne 100 mila euro. Però la sentenza è sospesa per l’appello”. Il riferimento è alla sentenza della Corte dei Conti contro Saccà e Antonio Marano, all’epoca rispettivamente direttore generale Rai e direttore di Raidue: condanna al pagamento di 110 mila euro ciascuno per il danno economico causato alla Rai dopo il cosiddetto editto bulgaro.
“Conosco l’egemonia culturale del conduttori di sinistra, per averla combattuta quando nasceva…Bene, vi devo dire una cosa. Io, non ho e-se-gui-to nes-sun e-dit-to bu-lg-aro!!!!. Sono grato alla Lei, per quello che ha fatto con Santoro. È stata straordinaria. Ha restituito all’azienda la sua centralità editoriale”, ha detto Saccà alla platea.