Salvini a processo? Gasparri: sui giornali troppe opinioni di giuristi improvvisati

Salvini a processo? Gasparri: sui giornali troppe opinioni di giuristi improvvisati

Processare Salvini? Maurizio Gasparri, presidente della commissione per le autorizzazioni a procedere al Senato, reagisce con un comunicato a un commento dell’ex senatore e editore Stefano Passigli pubblicato dal Corriere della Sera. Nella polemica su Salvini è intervenuto anche, con opinioni opposte a Passigli, Lucio Malan, vicecapogruppo di Fi al Senato.

Gasparri ha dichiarato: “Magistrale il commento del senatore Malan sulla vicenda Diciotti e dintorni. Si comprende perché alcuni giornali, come il Corriere della Sera, abbiano ridotto a un quinto il numero delle copie vendute. Ospitano opinioni infondate di aspiranti giuristi che non hanno nemmeno letto le leggi in vigore.

“Malan giustamente fa a pezzi tesi infondate firmate da Passigli, che stiamo raccogliendo insieme ad altre perché, quale che sia l’esito della vicenda Diciotti, dimostreremo quante sciocchezze siano state scritte e pubblicate ignorando norme e leggi. E per emettere questi giudizi non c’è nemmeno bisogno di ricorrere a piattaforme”. 

Questa la dichiarazione di Malan, riportata dalla AdnKronos: “Le contraddizioni a 5Stelle. Il vicepremier Luigi Di Maio firma una memoria, allegata a quella di Salvini, sostenendo, insieme al compare di governo, che l’azione nel caso Diciotti è stata condivisa dall’intero esecutivo con la finalità di difendere il Paese. Poi però interroga gli iscritti del Movimento per decidere come votare. Una follia che solo i pentastellati potevano perpetrare e sostenere come atto di trasparenza. 
“Di Maio faccia pace con se stesso e soprattutto se non è in grado di prendere decisioni e rappresentare i suoi elettori in Parlamento, si dimetta”.

Nel suo articolo sul Corriere della Sera, Passigli ha attaccato direttamente Gasparri affermando:

“La relazione del presidente della Giunta per le Autorizzazioni Gasparri, citando la legge 219 del 1989, sposa la tesi che la decisione di Salvini sia stata una decisione del governo, presa per tutelare “un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante”, o comunque “un preminente interesse pubblico”. L’intero impianto della relazione di Gasparri poggia tuttavia su fondamenti giuridici assai dubbi.

“Paradossale è affermare – come fa Gasparri – che il Senato non possa estendere la propria valutazione “alla scelta dei mezzi” con cui il governo persegue un preminente interesse pubblico: se il Parlamento non potesse valutare i “mezzi” utilizzati dall’esecutivo il suo ruolo verrebbe negato alla radice. Analogamente, affermare che comunque si è agito per “un preminente interesse pubblico” non elimina la possibilità che Salvini sia incorso non solo e non tanto in quel reato di sequestro di persona che viene ipotizzato dal Tribunale dei Ministri, quanto in un abuso di potere”, avendo usurpato,sostiene Passigli, le competenze del ministro dei trasporti Toninelli.

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