Renato Schifani della Sicilia è governatore eletto ed ora è impegnato in una sua interpretazione del ruolo che non mancherà di produrre consensi. E che dà la misura della classe dirigente del paese, anzi nazione. Dice Schifani: a che serve, anzi a che ci serve a noi siciliani l’energia da impianti fotovoltaici? Conteggia Schifani: a noi non ce ne viene niente. Perché? Perché, testuale, “l’energia non resta in Sicilia”. Vogliamo provare ad immaginare che mondo sarebbe quello in cui l’energia resta nei luoghi dove viene generata? Ma dove viene generata questa idea per cui l’energia da fotovoltaico, se non accende la luce nelle case siciliane, è “danno e beffa”? Danno e beffa dice Schifani se…
Danno e beffa
Danno e beffa alla Sicilia gli impianti fotovoltaici nell’isola se l’energia prodotta varca lo Stretto. Schifani lo dice , difficile dire se pensa davvero sciocchezze impraticabili e demenziali tipo ognuno si fa e si tiene l’energia sua (ognuno chi, Le nazioni, le regioni, i comuni, i continenti…?). Più facile ascoltare e comprendere dove l’erratico dire di Schifani punta: soldi pubblici per la Sicilia in cambio delle autorizzazioni agli impianti fotovoltaici nell’isola. Se così fan tutti, se tutti i “territori” chiedono un dazio per consentire gli impianti, alla fine a chi lo chiedono i “territori”?
Allo Stato centrale ma, se tutti i “territori” della nazione si chiamano fuori, lo Stato centrale non ha contribuenti altri da quelli che risiedono nei “territori”. E quindi, ancora una volta e sempre, il “prima qualcuno” (stavolta i siciliani) può avere applicazione solo se qualcun altro accetta di essere secondo, terzo, quarto…Come che sia, così fa Renato Schifani: blocca le autorizzazioni agli impianti fotovoltaici in Sicilia fino a che…
Risarcimento, tassa doganale..?
Applicare il valore, il canone, il metodo del “per me che c’è?” alla produzione di energia per via fotovoltaica. Questa la bussola, la rotta, la missione, l’iniziativa, la cultura. Autarchia dell’energia su scala regionale? No, questa è la finta, la mossa per piazzare il vero colpo. Schifani vuole soldi pubblici, vuole monetizzare le autorizzazioni agli impianti. Impianti che per ora il Governatore vuole solo tenere per così dire in ostaggio. Dice Schifani che avere soldi pubblici sarebbe risarcimento per danni ambientali. Danni ambientali per pannelli installati dove ogni esame ed autorità ha stabilito danni non ci siano? Anche questa dei danni ambientali è usata da Schifani come chiave, anzi cacciavite, per aprire la scatola dei soldi pubblici. Risarcire la Sicilia perché lì si mettono impianti che producono energia? Allora letteralmente tutto il mondo va risarcito di qualcosa, resta sempre la questione del se tutti danneggiati e risarcibili, tutti, chi risarcisce se tutti danneggiati?
Schifano spazzerebbe l’obiezione come sofisma. Se risarcimento non sta in piedi come concetto, meglio alla richiesta di Schifani si attaglia il concetto di tassa doganale. Ecco, più o meno ci siamo: se i pannelli fotovoltaici in Sicilia portano anche energia oltre lo Stretto allora ci sia un prezzo da pagare alla frontiera? Frontiera? Già, la Sicilia di Schifani mica la regala l’energia all’…estero? E le merci “importate” in Sicilia dall’estero Italia Schifani ci ha pensato? Risarcimento, tassa doganale, cresta regionale…Schifani porta alla transizione energetica il suo contributo: un sovrapprezzo per far transitare l’energia attraverso lo Stretto.