Schlein e Conte sotto tiro. Chi sta peggio? Bella domanda. Di certo se non è ancora un buferone poco ci manca. E più passano i giorni e più cresce la tempesta.
La segretaria dem e Giuseppi sono assediati da malumori e insofferenze varie. Piovono critiche di ogni genere. Seconda domanda: quanto dureranno?
I tormenti dem confermano il clima teso ma lasciamo intendere che Elly resterà in sella almeno fino alle Europee (giugno 2024). Più incerta la sorte del leader Cinquestelle: circola già il nome del successore: un nome “suggerito” da Beppe Grillo. È Chiara Appendino, 38 anni, bocconiana, sindaco di Torino (2016-2021), erede di Piero Fassino.
Si vedrà. Sui due ha sparato bordate su La7 anche Enrico Mentana. Insomma, piove sul bagnato. E altrettanto ha detto Fausto Bertinotti che ha fatto a fettine dieci anni di Pd (“tragedia storica”). Alla Schlein non hanno risparmiato frecciate pure i lettiani.
ELLY SCHLEIN IMPLORA: “NON STATEMI ADDOSSO”
Una parola. Lei chiede tempo ma le accuse non si fermano. Le correnti hanno rialzato la testa ed Elly non ha molto tempo per leccarsi le ferite. Oltre al flop elettorale, le viene rimproverato la mancanza di un chiaro disegno politico, gli ambigui rapporti con Conte, l’insistenza sugli stessi temi, peraltro percepiti come non prioritari.
E gli autogol su tasse e casa. Le viene rimproverato persino la tardiva visita in Romagna dove è arrivata solo al nono giorno con un “mordi e fuggi” interpretato dai più come una passerella fastidiosa incombenza, un incarico indigesto.
D’accordo, è rimasto Franceschini a difenderla – e onestamente non è poco- ma il suo intervento (“lasciamola lavorare libera, nessuno ha la bacchetta magica”) è parso sibillino se non criptico. O addirittura enigmatico. Conoscendolo ci si chiede: ma il trucco dove sta ?
CONTE, CHAT GRILLINE IN RIVOLTA
I Grillini sono più neri di un prete del Gabon in una notte illune. Pesa di essere ormai irrilevanti. È peggio che sconfitti. Così Conte è finito nel mirino. Piovono le critiche alla linea anti Pd. Disastroso il bilancio elettorale. Nessun sindaco eletto. Di più: nelle città capoluogo dov’è Giuseppi è andato, il M5S è sprofondato.
A Brindisi dopo il suo passaggio non è arrivato un voto. Le percentuali delle ultime amministrazione assegnano al M5S un 2,5% che lo fotografano di poco sopra ai Verdi, di poco sotto Più Europa. Un esodo elettorale che sta sconquassando i vertivi del partito. Ne vedremo delle belle.