Il nome di Giuseppe Bonomi è sinonimo di aeroporti. Da due anni è alla guida della Sea, in passato ha diretto Alitalia e prima ancora Linate e Malpensa.
Leghista, amico intimo di bossi, Bonomi ricopriva in Sea il doppio incarico di presidente e amministratore delegato. Conflitto di interessi che non è sfuggito alla Corte dei conti e risolto dall’azienda con la cancellazione della carica di ad e la nomina del manager alla qualifica di direttore generale. Per il disturbo, Bonomi ha anche ricevuto un “ritocco” dello stipendio passato da 560 a 650.000 euro all’anno.
Per gli affari più delicati, il manager ha due fidi consiglieri, Cosimo Giulio De Metrio, supervisore e vice direttore,e Fabio Mangini, reponsabile di tutte le forniture e gli appalti di Sea. Proprio i due collaboratori andarono a Dubai, a maggio per 2008 per una “missione delicatissima”. Ufficialmente si trattava di perfezionare un accordo commerciale con la compagnia Emirates per moltiplicare i voli verso Malpensa.
Solo che quell’accordo esisteva già. Era stato annunciato, con tanto di conferenza stampa, dieci giorni prima. Per pura coincidenza, a maggio, a Dubai si trovava anche il figlio di Bonomi, Filippo. In carcere, perché pizzicato con uno spinello durante uno scalo tecnico.
A Dubai, sulla droga hanno la mano pesante. Proprio qualche giorno dopo la missione, però, le autorità saudite hanno “improvvisamente” approvato un provvedimento che alleggeriva le pene per la detenzione di stupefacenti. E il figliol prodigo ha potuto far rientro a casa cavandosela con un mese e mezzo di cella.
La Sea, intanto, sembra ruotare sempre più in orbita Lega. Tra i soci ci sono anche il Comune di Milano, con l’85% del capitale, e la Provincia, che è il secondo azionista con «appena » il 14,5% delle azioni che, però, non ha mai avuto un consigliere, né voce in capitolo.
Anche per questo Guido Podestà, appena insediato alla presidenza della Provincia di Milano vuole infrangere il tabù e ottenere, finalmente, una presenza nel consiglio di amministrazione della Sea.
Difficile però, che si possa scalfire il potere di Bonomi, saldo alla cloche nonostante Sea, nel 2008, anche a causa della vicenda Alitalia, abbia visto il proprio utile precipitare da 34 a 1,8 milioni.