In Sicilia si stanno mostrando in ordine sparso dei segnali, delle tessere di mosaico, dei reportage storico-politico, che vogliono ricomporre un anomalo Dio Pancreator, come quello del Duomo di Monreale.
O, ancor più specificatamente, della Cappella Palatina di Palermo a Palazzo Reale. Il quadro d’insieme è rappresentativo di una Repubblica cancerosa, con un tumore che viene da lontano e che sembra inguaribile.
La raffigurazione teologico-politica è innescata da sussurri e grida, come nel film di Bergman. All’inizio cominciò Giletti con il gelataio amico dei meravigliosamente ricchi Graviano, i veri detenuti del 41 bis in Italia, Madre Natura e suo fratello. Dai poteri talmente soprannaturali da mettere incinte le proprie mogli al carcere duro. Un mistero da immacolata concezione palermitana.
Poi la cattura di MMD, al secolo Matteo Messina Denaro, the Last Boss in latitanza dorata, tra lussi, vizi e consenso paesano. A seguire Atlantide, di Andrea Purgatori, che nome omen, ci raffigura un’Italia peccatrice, accompagnata nella liberazione, e negli assetti di potere susseguenti, da Lucky Luciano e Cosa Nostra.
“Tremerà la Palermo Bene”, è il refrain fatto filtrare dagli interrogatori di MMD. Ma la chiave di lettura è così provinciale? O c’è un disegno per sostenere, talk show dopo velina, intercettazione dopo intervista a “noto esperto mafiologico”, teorie destabilizzanti il sistema politico istituzionale?
Dove si vuole arrivare? Quale fragile gamba del tavolo del sistema si vuole colpire?
A Reggio Calabria gli stragisti Graviano vanno a sentenza per un processo che incrocia Ndrangheta, Cosa Nostra siciliana e Massonerie deviate. Si conclama una saldatura, sulla strategia stragista, tra Cosa Nostra e Ndrangheta, una sorta di passaggio di consegne, in cui i Graviano forse cominciano ad investire anche finanziariamente? Le trame oscure italiane dalla guerra in poi hanno sempre fattezze riconoscibili e ripetitive.
La cattura di Matteo Messina Denaro cambierà qualcosa? Potrà essere utilizzata da qualcuno contro qualcun altro? A chi si vuole arrivare?
C’è ancora in campo il processo sulle stragi a Firenze. Anche qui tornano i Graviano. Uscirà qualcosa di chiaro ed incontrovertibile? Ci sarà luce sui mandanti? Si punta su bersagli grossi, alleati di governo. Il nervo scoperto è sempre palermitano. Questa Sicilia sembra che dallo sbarco degli americani non molli la presa sull’Italia. Tanto il suo popolo è povero, secondo l’Istat, tanto alcuni sono, o sono stati, ricchi e terribilmente potenti. Almeno fino alla fine del secolo scorso. Ci liberemo dal passato? O il passato si ricicla sempre in ricatti senza fine?
Sembra il gioco del Trono di Spade ma è solo la fragilità di un sistema italiano a Democrazia relativa.