Sicurezza alimentare globale, Roma è la capitale. Il vertice FAO (l’organizzazione delle Nazioni Unite che punta ad accrescere i livelli di nutrizione e aumentare la produttività agricola) l’ha garantito.
A Roma lunedì scorso nel corso del summit “Fame zero”; presenti con Giorgia Meloni il segretario ONU Antonio Guterres e il suo direttore generale, il cinese Qu Dongyu. Linea di meta: 2030.
APPELLO A PUTIN
Il vertice di Roma ha inevitabilmente ancorato al presente la guerra in Ucraina e la conseguente mancanza della sicurezza alimentare dovuta al fatto che la Russia si è ritirata dall’accordo sul grano. Sia Guterres che il presidente Mattarella hanno lanciato un appello a Putin.
Il segretario ONU ha detto: ”Esorto la comunità globale a restare unità per trovare soluzioni efficaci in questo sforzo essenziale”. L’intesa che permetteva all’Ucraina di esportare il proprio grano in sicurezza attraverso il Mar Nero è scaduta il 18 luglio.
Più limpido Mattarella che ha definito quella della Russia “una decisione gravissima con conseguenze per una quantità di Paesi in cui molte persone troverebbero difficoltà di alimentazione “.
Intanto una infrastruttura per lo stoccaggio dei cereali è stata distrutta in un raid russo, a poca distanza dal confine con la Romania. Coldiretti ha già messo in guardia:” I prezzi del grano sono balzati ai massimi da cinque mesi”.
INCONTRI BILATERALI PER LA SICUREZZA CON I LEADER DEI PAESI AFRICANI
Approfittando del summit FAO Giorgia Meloni ha organizzato un pranzo di lavoro con i leader del Corno d’Africa. Una fonte governativa ha spiegato “che l’Italia vuole diventare autorevole nei fatti senza auto incensarsi”. Il Piano Mattei si prepara al decollo. Auguri. A novembre la presentazione del progetto di collaborazione Ue-Africa sarà presentato a Roma. Fra quattro mesi ne sapremo di più.
BOMBE SUL GRANO
Il Cremlino continua a prendere di mira le esportazioni ucraine di cereali. Chiara l’intenzione di ostacolare anche la rotta alternativa per i cereali ucraini, cioè quella che passa dal Danubio. L’Ucraina accusa infatti l’esercito russo di aver bombardato con i droni iraniani il porto fluviale di Reni, a due passi dal confine con la Romania e quindi con la NATO.
Queste bombe sul grano non lasciano tranquilli anche perché un portavoce di Mosca ha minacciato “ altre misure”. Piove sul bagnato. Purtroppo.