SICUREZZA, I DUBBI DEL QUIRINALE FRENANO MARONI: VIA LE RONDE DAL DECRETO

Maroni_mano Lungo incontro fra il presidente Napolitano e il ministro dell'Interno Maroni, ieri pomeriggio al Quirinale. Incontro preparatorio in vista del decreto sulla sicurezza che il governo si accinge ad approvare nel prossimo Consiglio dei ministri di venerdì. Un testo completo ed esauriente ancora non c'è. Ci sono però indicazioni precise e impegni condivisi. Ne parleranno oggi lo stesso Napolitano e il presidente del Consiglio Berlusconi in un nuovo vertice al Quirinale. Il primo dopo le roventi polemiche su Eluana Englaro, con la sfida (persa) del premier al presidente della Repubblica.

Nel corso della riunione di ieri, nello studio di Napolitano, sono state messe a punto le grandi linee del decreto. Carcere certo, obbligatorio per gli stupratori, patrocinio gratuito al processo per le vittime delle violenze, revisione della legge Gozzini per quel che riguarda i benefici carcerari che dovrebbero essere aboliti per questo genere di reali. E ancora, mantenimento dei Cie (Centri d'identificazione ed espulsione per immigrati clandestini) con possibilità di proroga fino a 18 mesi (ma la misura è stata già bocciata al Senato), e stanziamento una tantum per polizia e forze dell'ordine annullando i precedenti tagli, per un maggior controllo del territorio.

Tramontata invece, per le forti perplessità del capo dello Stato, l'ipotesi di inserirvi le ronde di cittadini che così seguirebbero l'iter del disegno di legge sulla sicurezza da poco trasmesso al Senato. Favorevole alle "ronde" il sottosegretario Mantovano di An ("se c'è una zona periferica della città non ancora bene illuminata un contributo dei privati, nei termini consentiti dalla legge può solo essere positivo", mentre Brunetta (Forza Italia) ricorda che "l'opinione pubblica è sensibile, ma non si governa sull'onda delle emozioni". "È finito il tempo delle affermazioni. Bisogna prendere delle decisioni" taglia corto Walter Veltroni.

Napolitano è molto preoccupato per il quotidiano bollettino delle violenze che coinvolge ogni angolo del territorio nazionale. Il governo intende reagire, ma senza forzature. Il capo dello Stato ha esplicitamente invitato Maroni a cercarsi in Parlamento il consenso più largo possibile, opposizione compresa. Lo stesso Schifani ieri ha detto che "occorre tenere i nervi saldi e bandire ogni tentativo di farsi giustizia da soli". Conferma il ministro dell'Interno Maroni: "Più forze della polizia in campo, più controllo del territorio. Questa è la ricetta. Nessuno può pensare di farsi giustizia da sé. Saremo inflessibili con chi commette reati di stupro, di violenza e non possiamo tollerare che qualcuno pensi a farsi giustizia da sé". Nel decreto che andrà in Consiglio dei ministri ci saranno "misure più incisive contro l'immigrazione clandestina". Il ministro nega che non ci siano più soldi per la benzina delle auto della polizia. Ma il decreto servirà anche a dare risorse alle forze dell'ordine.

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