Erano gli inizi degli anni Novanta quando Miti Simonetto cominciò a lavorare per Berlusconi, che lei ancora oggi chiama ostinatamente «il Dottore». E, da allora, la curatrice dell’immagine del Cavaliere e della sua famiglia ha dovuto affrontare più di una «storia».
Oggi, scrive il Corriere della Sera che l’ha intervistata, è tirata di nuovo in ballo dal fotoreporter Antonello Zappadu, autore di alcune foto realizzate nella residenza del premier in Sardegna, Villa Certosa, in due occasioni: la visita della delegazione ceca nel maggio 2008 e le vacanze di fine anno a cavallo tra dicembre 2008 e gennaio 2009.
Quegli scatti ora sono stati messi sotto sequestro, su richiesta del premier al Garante della privacy. E sempre quegli scatti, secondo quanto raccontato dallo stesso fotoreporter, sarebbero stati visionati in anticipo da Miti Simonetto.
«Mi chiede se è vero? Certamente. Le cose sono andate così. Ho saputo che circolavano quelle immagini e mi sono attivata per visionarle. Perché il mio mestiere include anche questo: verificare se in giro finiscano foto del premier, o di componenti della sua famiglia, che non ritengo accettabili».
Nel senso di valutare se siano scabrose? «Ma no, nel senso di verificare se sono brutte. Mica faccio il censore, io. Dunque, nel caso specifico telefonai al fotografo e me le feci mandare. Così presi visione degli scatti. Che non erano 700, come scritto, ma circa 40. Magari 700 saranno stati nel complesso i fotogrammi realizzati col metodo digitale».
E si accorse che non erano accettabili, per questo decise di non farli pubblicare. «Errato. Mi accorsi che non valevano una cicca, e per questo me ne disinteressai. Della eventuale pubblicazione o meno non so nulla».
Saprà, però, che alla fine Silvio Berlusconi ne ha chiesto il sequestro. Perché non pubblicarle se si parla di immagini innocenti? «Ma per una questione di violazione della privacy, ritengo, non certo perché ci sia qualcosa di compromettente da nascondere. Non è ammissibile che un fotografo, col teleobiettivo, oramai entri nel privato di una stanza».
Per rafforzare la sua versione, Miti Simonetto prova anche a descrivere le foto: «Alcune riguardano la delegazione ceca, guidata da Topolanek (l’ex-primo ministro ceco Mirek Topolanek, ndr). Sono scatti per lo più realizzati all’interno dei bungalow che li ospitavano. Si vedono ombre, spesso, non meglio distinte. In altri, si vedono alcune signore della delegazione ceca che fanno la doccia all’esterno dei bungalow. A seno nudo, naturalmente. Perché sfido a trovare qualcuno che in piena estate faccia la doccia col moncler addosso. In altre ci sono addirittura dei bambini. In una c’è un uomo nudo, da solo, che si fa la doccia fuori dal bungalow. E in altre ancora, si vede il Dottore a passeggio per Villa Certosa, sempre a debita distanza dagli altri, con indosso la sua “divisa” d’ordinanza: pullover e pantaloni blu. Nessuna sexy minorenne con lui, per intenderci. Foto normalissime».
La non pubblicazione, per Miti Simonetto, è legata anche al periodo delicato: Siamo a ridosso delle elezioni, dice, ed è facile interpretare qualunque immagine con malizia. Anche se il Dottore fosse fotografato a mangiare un gelato ci sarebbe qualcuno che lo criticherebbe.
Del divorzio con Veronica Lario, Simonetto diplomaticamente preferisce non parlare, «perché voglio bene a tutti e due». Una sola cosa, sul la vicenda Noemi, si lascia sfuggire: «Se fossi stata io a essere coinvolta, amando il low profile, non avrei dato alcuna spiegazione pubblica. Ma tanto, ora è inutile parlarne: è una storia senza sostanza, e quindi senza passato e senza futuro».
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