Siria: le sanzioni non spaventano Damasco, 20 civili uccisi

BEIRUT 11 MAG Con proiettili – BEIRUT, 11 MAG – Con proiettili di grosso calibro sparati dai carri armati e' proseguita anche oggi la massiccia offensiva militare decisa dal regime siriano, al potere da quasi mezzo secolo, contro le roccaforti delle proteste, dove secondo gli attivisti avrebbero perso la vita oltre venti persone, mentre il governo di Damasco, che continua a puntare il dito contro ''bande di terroristi armati'', annuncia la formazione di una commissione per preparare una bozza per una nuova legge elettorale. Nel tentativo di mostrare genuina volonta' di andare incontro alle richieste dei manifestanti, in vista di nuove mobilitazioni indette per venerdi', il consigliere presidenziale Buthayna Shaaban ha oggi annunciato di aver incontrato un gruppo di dissidenti, rimessi in liberta' nei giorni scorsi, come primo passo per l'avvio del ''dialogo nazionale''. All'indomani dell'entrata in vigore di sanzioni restrittive decise dall'Unione europea contro membri del regime, sul fronte diplomatico, la giornata si e' aperta con l'appello del segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon al presidente Bashar al Assad (per ora risparmiato dalle misure di Bruxelles) affinché ''ascolti gli appelli alla liberta' del popolo''. In merito alle sanzioni il ministro degli esteri italiano Franco Frattini ha affermato che quelle decise nei giorni scorsi dalla Ue rappresentano un ''segnale ultimo'' per Damasco, che intanto rinuncia ufficialmente a candidarsi per il Consiglio dei diritti umani dell'Onu. E se la Siria per ora lascia intendere di non essere preoccupata per le decisioni di Bruxelles, la Ue promette di rivedere le sanzioni in settimana, puntando ad esercitare ''la massima pressione possibile''. Intanto la Casa Bianca ''condanna con forza le violenze'', che possono portare solo ad una ''maggiore instabilita''' nel Paese. Damasco, tramite la sua agenzia ufficiale Sana, oggi ha anche riferito della morte di due soldati, nella regione di Daraa e Homs, per mano di ''bande di terroristi armate''. Secondo attivisti invece, dalla scorsa notte e per tutta la mattina la regione di Homs e' stata investita dal fuoco dei carri armati, dopo che nei giorni scorsi erano stati assediati dai blindati e privati di elettricita', acqua e telefono. Alcune fonti umanitarie in Siria parlano di nove civili uccisi nei pressi della terza citta' del Paese a nord di Damasco, altri testimoni riferiscono invece di cinque morti e di decine di feriti. Ben tredici persone sarebbero stati uccise invece dal fuoco dei tank e da quello delle forze di sicurezza a Harra, nella regione meridionale di Daraa. Sempre secondo fonti non verificabili, poco lontano, a Enkhel, le forze di sicurezza hanno proseguito oggi con i rastrellamenti casa per casa, danneggiando anche i depositi di acqua potabile. Isolati anche i villaggi a sud di Homs e vicini al confine col Libano, dove da ieri i civili in fuga, feriti o solo terrorizzati dalle violenze, non trovano piu' l'accoglienza dei libanesi come era accaduto nei giorni scorsi, bensi' l'alt imposto dalle autorita' di Beirut, che rispediscono indietro tutti i profughi siriani.

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