Sisal: una lotteria ti fa vincere quattro mila euro al mese di pensione. Anche noi abbiamo un sogno

sisalChi non ha più nemmeno un capello nero (come chi vi scrive) lo ricorderà benissimo: il sogno di tutti gli italiani era vincere alla Sisal. Una schedina dacento lire e, se avevi fortuna, ti ritrovavi milionario.

Chi non ha fantasticato su questa vincita? Il povero impiegato la inseguiva; l’operaio ne faceva una questione di vita; la casalinga rincorreva una nuova abitazione e magari una collaboratrice che non la facesse ammazzare di lavoro; lo studente volava con la fantasia magari in terre lontane dove potesse tagliare traguardi impossibili.

Il ritornello era sempre lo stesso: “ Se vincessi alla Sisal risolverei ogni mio problema”. Si ascoltavano i risultati alla radio, tutto il calcio minuto per minuto, che ai tempi di Niccolò Carosio non si chiamava nemmeno così, dava il cardiopalma; poteva anche perdere la tua squadra del cuore per un dodici e poi un tredici. Ecco, si poteva toccare il cielo con le dita e rivoluzionare la propria esistenza.

Storie d’altri tempi! Sembra passato un secolo e, invece, non è così. Pare ieri. Al contrario, è una intera generazione che è volata via. O le generazioni sono due? Gli anni passano in fretta, la macchina da scrivere è un ricordo, è l’èra dei computer a dominare. E così, anche la vecchia Sisal si scrolla di dosso il passato e si adegua ai nostri giorni.

Le vincite milionarie? “Sono anacronistiche”, paiono dire i dirigenti di oggi. “Le lasciamo ad altri”. Ad esempio, al superenalotto, alla lotteria di Capodanno, al cinque più uno. Adesso, la speranza corre su un altro percorso: quello della stabilità, della certezza mensile, della tranquillità quotidiana. Mettere insieme il pranzo con la cena non sarà più un problema se azzecchi “Il vinci per la vita”. Ecco la novità del nuovo concorso. Bando alle chimere milionarie, ai sogni che ti volevano cambiare di colpo da piccolo travet a Paperon dei Paperoni.

Ora la Sisal ti garantisce, se hai fortuna, una rendita duratura, una pensione che non ti darà più grattacapi almeno per vent’anni. Capite che significa? Una pacchia. Quattromila euro al mese per cinque lustri. Inflazione permettendo, sistemi te e, in buona parte, anche i tuoi figli, se ne hai. Diciamo la verità: ti garantisci uno stipendio da dirigente d’industria senza le beghe di dover dirigere un esercito di operai o impiegati che ricorrono al sindacato appena fai un piccolo errore.

Ed allora, anche i sogni si trasformano d’incanto: una giovane coppia potrà finalmente accendere un mutuo per comprarsi casa; un metalmeccanico andrà dal rivenditore per acquistare una bella macchina pagandola tranquillamente a rate; la mamma di due o tre figli avrà la possibilità di andare in ferie per un mese senza l’assillo del bilancio familiare; il single di bella presenza acquisterà un biglietto per i Caraibi per fare follie. In parole semplici, la felicità a rate. E che rate! L’importante non è partecipare, come diceva quell’incauto di De Coubertin, ma vincere.


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