SOFIA: RILASCIATI I TRE ULTRAS FILONAZI ITALIANI, LA RUSSA, ”CORI VERGOGNOSI”

Ultras_sofia I tre italiani in stato di fermo a Sofia dopo i disordini scoppiati prima e durante l’incontro di calcio Bulgaria-Italia sono stati rilasciati domenica sera. I tre tifosi erano stati fermati per «vilipendio alla bandiera» bulgara. Dopo aver visionato i filmati del match, dove si vede appiccare il fuoco allo stendardo bulgaro sugli spalti dello stadio di Sofia, gli inquirenti hanno individuato i presunti responsabili e si è proceduto ai fermi. La polizia bulgara ha reso noto che sono in stato di fermo anche quattro tifosi locali per possesso di petardi e altri oggetti non consentiti durante la partita. I tre fermati, ha spiegato il loro avvocato difensore, provengono tutti dal nord Italia: si tratta di A.P. 28 anni, indagato e solo in serata divenuto «persona informata dei fatti», e poi V. F., 21 anni, ed E. B. 27 anni, le cui posizioni erano state derubricate a quella di testimoni

LA RUSSA – Sul comportamento di alcuni tifosi italiani, che hanno dato vita tra l’altro a marce e cori di ispirazione fascista, è intervenuto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa: «Se fossi stato lì – spiega al telefono – mi sarei vergognato. Non c’è nessuna giustificazione storico politica per questa gente, sono solo maldestre esibizioni muscolari».

IL PD – Per Pina Picierno, ministro delle politiche giovanili del governo ombra del Pd, «le scene a cui abbiamo assistito sono inquietanti. Svastiche e braccia tese al seguito della nazionale, scontri dentro e fuori lo stadio animati da estremisti nazifascisti italiani e bulgari: uno scenario veramente preoccupante». «Sabato sera – prosegue – abbiamo avuto la chiara evidenza che non si tratta solo della presenza di frange o di gruppuscoli politicizzati ma che il tifo calcistico, per sue peculiarità, presenta in maniera lampante dinamiche in atto nella nostra società. Ci troviamo di fronte ad una internazionale nera degli ultrà, un fenomeno – prosegue Picierno – davanti al quale non si può fare finta di nulla, e che richiede interventi decisi a cominciare dal divieto di accesso agli stadi. Qui non si parla di singoli tifosi ma di persone e gruppi organizzati che sfruttano il calcio per dar sfogo alla violenza politica e xenofoba che anima i loro atti».

CRIMI – «È una vergogna del calcio, anzi dello sport italiano, ma non la caratterizzerei in maniera politica» aveva detto in precedenza Rocco Crimi, sottosegretario con delega allo sport. Per Crimi la connotazione politica dei tifosi è «irrilevante». «Perché la verità è che ci sono tifosi violenti di destra, di centro e di sinistra che cercano solo di sfruttare la ribalta mediatica del calcio. Occorre isolarli – conclude Crimi – e il ministro dell’Interno Maroni sta facendo il massimo. Ma il problema non è semplice anche perchè stiamo svuotando gli stadi e la conseguenza è anche in uno spettacolo privato di parte del suo fascino».

RISSA – La pessima serata dei tifosi italiani era iniziata prima del match, con una rissa in un bar centralissimo di Sofia con alcuni sostenitori della squadra di calcio locale del Cska. Circa 30-40 persone di nazionalità italiana si sono improvvisamente alzate dal cortile del bar in cui erano sedute trascinando con loro sedie e altri oggetti e si sono scagliate correndo contro un gruppo di altre persone di nazionalità bulgara. La polizia presente sul luogo (a un passo dalla sede del Parlamento bulgaro) è intervenuta a separare i facinorosi. Uno degli italiani coinvolti, di circa 30 anni, ha spiegato ad Apcom: «Siamo un gruppo misto, proveniente da tutta Italia, sempre al seguito della Nazionale». A motivazione della rissa ha spiegato: «Ce la prendiamo con quelli del Cska perché sono comunisti, noi invece siamo fascisti e siamo amici del Levski». I cori dedicati al Duce sono poi continuati all’interno dello stadio.

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