Conflitto di interessi/ Soru: la Corte Costituzionale boccia la sua legge, ma l’ex Governatore era già tornato in Tiscali

La severa legge sul conflitto d’interessi che Renato Soru aveva voluto in Sardegna è stata annullata lo scorso 4 maggio, per ragioni tecnico-giuridiche, dalla Corte Costituzionale. Ma per l’ex Governatore è stato in fin dei conti una liberazione, perché ha sgombrato il campo da un vincolo al quale aveva già dimostrato di volersi sottrarre.

Alla vigilia di Natale aveva infatti consegnato le sue azioni di Tiscali e dell’Unità al fidato amico Gabriele Racugno, commercialista cagliaritano nelle vesti di blind trust. Al quinto anno da governatore, e alla vigilia delle elezioni, aveva deciso quindi di dare una lezione di rettitudine e di togliere ogni argomento polemico ai suoi avversari.

Perse le elezioni, Soru ha deciso che la sua norma gli stava stretta perché c’era il rischio di una situazione più che paradossale: le sue aziende in grave e notoria difficoltà e l’azionista di riferimento costretto all’indifferenza in quanto consigliere regionale di opposizione. Così Soru ha ripreso le redini delle aziende smontando il blind trust dopo appena tre mesi di vita. Una volta tornato a occuparsi dell’Unità in modo ufficiale, è stato nominato presidente e amministratore delegato di Tiscali Italia.

La Borsa ha accolto in rialzo il ritorno di Soru in Tiscali, che ha gestito abilmente l’intreccio tra attività politica ed imprenditoriale. La legge votata ma non in vigore gli ha infatti permesso il conflitto di interessi con l’elastico.

I commenti sono chiusi.

Gestione cookie