X

Statali, rinnovo contratto da 600 milioni di euro

di admin |22 Agosto 2015 19:07

Statali, rinnovo contratto da 600 milioni di euro (Foto di repertorio LaPresse)

ROMA – Il rinnovo del contratto degli statali costerà 600 milioni di euro e da settembre tornerà sul tavolo di lavoro del governo di Matteo Renzi. Da ben 6 anni il rinnovo dei contratti è bloccato e dopo la sentenza della Corte Costituzionale sull’illegittimità del blocco, per il governo è arrivato il momento di stanziare i fondi nella prossima legge di Stabilità.

Andrea Bassi sul Messaggero scrive che il momento di riavviare la contrattazione è arrivato, ma per riconoscere a tutti i dipendenti pubblici quanto dovuto lo Stato dovrebbe spendere 34 miliardi di euro:

“Un primo punto sul quale si ragiona nel governo è proprio questo: per il passato, come del resto consente anche la sentenza della Corte, l’intenzione sarebbe di non riconoscere nessun recupero. Per sostenere questa posizione, al tavolo con i sindacati, che potrebbe essere convocato dal ministro della Funzione pubblica Marianna Madia ad ottobre, i tecnici di Palazzo Chigi porterebbero in sostanza due argomentazioni. La prima è che anche i dipendenti pubblici che guadagnano meno di 26 mila euro, hanno potuto usufruire come tutti gli altri lavoratori, del bonus da 80 euro. Un aumento di retribuzione permanente che, per i redditi più bassi, ha assorbito parzialmente il blocco della contrazione.

Il secondo argomento è che, nonostante il congelamento di sei anni degli stipendi, le retribuzioni del pubblico impiego sono ancora mediamente superiori a quelle del privato. Secondo i dati della Cgia di Mestre, diffusi a ridosso della sentenza della Consulta, la distanza sarebbe di circa duemila euro”.

Bassi ricorda inoltre che nel Def, Documento di economia e finanza di aprile, il governo ha stimato per il prossimo anno, a legislazione vigente, un aumento nel costo del pubblico impiego di 1,7 miliardi di euro:

“Probabile che per il prossimo anno, come previsto dall’accordo del 2009, si provi a limitare gli aumenti alla sola inflazione programmata. Che per il 2016 è comunque modesta, l’1%. Tenendo conto anche che circa il 50% di quanto riconosciuto come aumento in busta paga ritorna nelle casse dello Stato, secondo i calcoli che girano al Tesoro, l’esborso per le casse pubbliche potrebbe essere limitato a circa 550 milioni di euro. A questi andrebbero poi aggiunti altri 80 milioni circa per gli unici arretrati da pagare dopo la Consulta, quelli del 2015 maturati a partire dal giorno della sentenza.

Per far accettare questa impostazione ai sindacati, nelle intenzioni del governo, ci sarebbe la volontà di aumentare gli stanziamenti per gli anni successivi al 2016. C’è poi un altro punto che il governo vorrebbe introdurre. Evitare che gli aumenti per gli stipendi del pubblico impiego siano a «pioggia», ma trovare un meccanismo per legare gli incrementi salariali alla produttività. Un punto, questo, sul quale Palazzo Chigi è pronto a gettare il guanto di sfida al sindacato”.

Scelti per te