Strage di Erba: ergastolo confermato per Olindo e Rosa

Pubblicato il 3 Maggio 2011 - 22:30 OLTRE 6 MESI FA

ROMA 3 MAG In meno di quattro – ROMA, 3 MAG – In meno di quattro ore – passate a decidere anche altri numerosi ricorsi – la Cassazione ha deciso, senza esitazione, di confermare la condanna all'ergastolo per Olindo Romano e Rosa Bazzi, i coniugi accusati della strage di Erba dell'undici dicembre 2006 nella quale furono uccise quattro persone, tra le quali un bimbo di due anni. Una quinta, Mario Frigerio divenuto teste dell'accusa, riuscì a sopravvivere a ferite gravi. Il movente dell'eccidio è stato quello delle liti condominiali: i Romano, questa la ricostruzione avvalorata dalla suprema Corte che ha respinto ogni pista alternativa, non sopportavano la confusione che fino a tarda notte proveniva dalla casa di Raffaella Castagna e dai movimentati rientri a tarda notte di suo marito, il pregiudicato tunisino Azouz Marzouk. "Da sempre odiavano mia sorella – ha detto Pietro Castagna, fratello di Raffaella uccisa insieme al figlioletto Youssef, alla mamma Paola Galli e alla vicina Valeria Cherubini – perchè aveva la più bella casa della corte mentre i Romano vivevano in un seminterrato; perchè aveva un bambino che loro non erano riusciti ad avere, e perchè conosceva tanta gente e aveva la casa piena di amici". Raffaella apparteneva anche a una famiglia molto agiata di Erba: il padre Carlo ha una rinomata fabbrica di mobili con 25 operai, dove lavorano anche Pietro e il fratello Giuseppe. Gli affari vanno bene da sempre. I Romano lo sanno e invidiano anche quel benessere. A sorpresa "ma non troppo", come ha spiegato il suo ex legale, Roberto Tropenscovino, Marzouk – che si è risposato e dopo l'espulsione seguita alla condanna per spaccio di droga ha avuto il permesso di tornare in Italia dalla Tunisia per seguire l'udienza come parte civile – ha cambiato opinione. "Mi voleva imporre – ha spiegato l'avvocato – di non chiedere la conferma delle condanne e di optare, invece, per la riapertura del caso. Allora gli ho chiesto di revocarmi il mandato: non getto nel fango i miei principi e trenta anni di professione. Marzouk ha iniziato a cambiare idea l'otto aprile, quando a una trasmissione televisiva di Retequattro ha insinuato il sospetto che sia stato Giuseppe, il fratello di Raffaella, ad essere implicato nella strage". "Le insinuazioni di Marzouk su mio fratello – ha detto Pietro Castagna – ci fanno male, ma a lui siamo abituati e da tanto tempo ci abbiamo fatto il callo: speriamo che sia l'atto finale. Ci auguriamo che tutti rispettino la decisione della Cassazione. Non ho nessun dubbio sulla colpevolezza dei coniugi Romano e non li perdonerò mai". Solo Carlo, il padre di Raffaella, ha stretto la mano al tunisino quando lo ha visto in Cassazione. I fratelli non lo hanno nemmeno salutato. Poi si sono seduti molto lontano da lui, insieme al figlio di Mario Frigerio. In serata sono rientrati ad Erba ed hanno saputo del verdetto mentre stavano raggiungendo l'aeroporto di Fiumicino. "Siamo frastornati, ne riparleremo con calma", si sono limitati a dire al termine di una giornata emotivamente segnata. La Procura della Cassazione, rappresentata da Sante Spinaci, aveva chiesto la piena convalida della sentenza di secondo grado emessa dalla Corte di Assise di Appello di Milano il venti aprile del 2010. Gli ergastoli erano stati comminati anche in primo grado dalla Corte di assise di Como, il 26 novembre del 2008. "Non c'é stata alcuna lesione della libertà morale di Olindo Romano e Rosa Bazzi da parte degli inquirenti ai quali hanno reso confessione: le loro dichiarazioni non sono affette da alcuna nullità e la metodica usata è stata corretta". Questo il passaggio della requisitoria del Pg che ha respinto la tesi, sostenuta dai legali della difesa – Nico D'Ascola, Luisa Bordeaux e Fabio Schembri – delle confessioni estorte. Dei 'pizzini' scritti da Olindo in carcere, sulla Bibbia, il Pg ha ricordato che "in queste annotazioni, l'imputato confessava a Dio di essersi preso le quattro vittime perché nessuno aveva posto rimedio ai dissidi condominiali". Inoltre, Spinaci ha escluso le altre piste, come quella della strage ad opera di delinquenti del giro di Marzouk, e ancor più la tesi del coinvolgimento di un familiare di Raffaella nell'eccidio. "Il verdetto della corte di appello – ha sottolineato il Pg – è coerente con i parametri normativi in tema di valutazione delle prove". La trattazione del caso è stata affidata al consigliere Piera Caprioglio, arrivata in Cassazione da pochi mesi: un indizio di come la vicenda deve essere stata considerata, dal presidente del collegio Severo Chieffi, di non particolare complessità. "Sconforto" per l'esito del ricorso in Cassazione è stato espresso dal consulente della difesa Valentina Vasino. "Rimango convinta dell'innocenza di Rosa e Olindo: la mia delusione è grande perchè – ha spiegato – c'erano ottimi elementi per riaprire il processo o, almeno, c'era un'ottima possibilità di verificare meglio i fatti". .