Stroncato da overdose a 16 anni. Su facebook: Simone, angelo volato via

GENOVA – ”Simone, un altro angelo volato via”: nemmeno hanno fatto in tempo a postarla in Facebook, che la pagina dedicata alla morte di Simone B., il sedicenne di La Spezia morto in una frazione di Lerici, stroncato forse da una overdose, ha gia’ raccolto oltre 1.500 adesioni ed oltre duemila commenti. Amici, conoscenti, compagni hanno voluto ricordare Simone, accasciatosi a casa di una amica dai capelli di colore viola, ieri a Pugliola, e mai piu’ ripresosi. D’altronde, proprio all’affollata web del social network Simone alcuni giorni fa aveva affidato un messaggio inquietante che suonava piu’ o meno cosi’: ti raggiungero’ presto. Era riferito ad Aldino, il ventenne ucciso da un infarto dopo una notte in discoteca e un mix di droghe. Non e’ ancora certo, i carabinieri stanno indagando in tal senso, ma sembra che i due si conoscessero, in qualche modo che frequentassero le stesse discoteche. Certamente erano amici proprio su Facebook e non e’ escluso che abbiano trascorso insieme piu’ di una serata. Lo stesso ambiente ma gruppi diversi. Un ambiente giovanile, che in gergo viene chiamato ‘gabber’, composto di adolescenti che amano vestire in modo particolare, ascoltare musica techno e trascorrere le notti in discoteca magari assumendo droghe di vario tipo. Sicuramente, Simone amava ballare e con il gruppo di amici percorreva talvolta i circa 40 chilometri per raggiungere la Versilia, dove ci sono locali frequentati da tali gruppi che non lungo la riviera ligure. Uno soltanto e’ noto perche’ diffonde musica house, e’ Il Nido, nella Lunigiana, ed e’ qui che sabato scorso e’ stato Simone. Un suo amico, infatti, ha postato questo messaggio, incredulo: ”Ma come, eravamo tutti insieme al Nido sabato, e ora non ci sei piu”’. Tanti i messaggi, anche di adulti, che invitano i ragazzi a non fare uso di stupefacenti, a non ”bruciarsi”, al contrario, ad apprezzare la vita. Gli amici non si sono limitati a scrivere, a ricordarlo attraverso il web, sono arrivati fino all’obitorio dell’ospedale Sant’Andrea, dove si trova il corpo in attesa dell’ autopsia, per portare un ultimo saluto. A decine sono giunti, dal mattino fino a sera. E, nello stile dei gabber, non hanno lasciato ne’ fiori ne’ messaggini ne’ oggetti.

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