Ci crede, ne è certa e convinta, in assoluta buona fede. Ed è questa totale e generosa e militante buona fede che terrorizza chi e vede la trama, chi vede di cosa è fatta e intessuta. Di nichilismo assistito. Di cittadinanza che comporta e ingloba solo diritti. Primo tra tutti quello del sottrarsi all’essere in qualunque modo tangibile cittadino, avendone non solo la libertà ma anche e soprattutto la materiale assistenza da parte dello Stato. Una studentessa, le cronache precisano: presidente degli studenti universitari) è andata a dirlo con partecipata enfasi al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. In pubblico e ufficiale appuntamento la studentessa ha detto accorata che “la competizione uccide”, che la “performatività” (neologismo sdrucciolo e sdrucciolevole) soffoca, che “le borse di studio, anche loro, sono un ricatto”.
Nichilismo che pure è cultura che non manca di nobiltà e tradizione, che la studentessa presidente degli studenti universitari lo pratichi consapevolmente o no, questo è, nella sua accezione migliore. Niente da sapere, niente con cui misurare e pesare il sapere, niente che l’umano possa sapere davvero o abbia valore tale da valere il conoscerlo, studiarlo. Questa appunto l’accezione migliore, ce n’è anche di versione minore ma una studentessa presidente studenti universitari non può certo praticare né avere alcun rapporto cm la versione minore e cioè quella del niente compiti, esami, verifiche, stress e “successo scolastico e formativo” diritto universale, garantito e acquisito per tutti e per sempre.
Nichilismo vittimista
Il pensiero indignato della studentessa quando dice della competizione assassina poggia ed esalta un’equazione che definire falsa è grazioso eufemismo. Eccola l’equazione: gli studenti sono spinti al suicidio dalla competizione regola della scuola e della società. La nostra scuola come la sala da ballo di Non si uccidono coì anche i cavalli? Se il sonno della ragione genera mostri, il vittimismo produce confortevoli allucinazioni. Competizione inumana la catena di compiti in classe, verifiche, esami scolastici, esami universitari? Le borse di studio come il frustino con cui si pungolano i cavalli talvolta fino allo stremo e come peroni che li fanno sanguinare? Mattarella stavolta ha ascoltato e detto parole…di circostanza. Altro non poteva fare. Ci piace pensare che dentro di sé abbia però sentito il formarsi di una frase intonata alla Totò, un “signorina mi faccia il piacere”.