Sudafrica, moglie del ministro "spacciatrice": condannata

JOHANNESBURG – La moglie del ministro per la Sicurezza dello Stato sudafricano e' stata condannata oggi a 12 anni di carcere per traffico internazionale di droga. Lo ha detto l'agenzia sudafricana Sapa citata da media online. Sheryl Cwele, moglie del ministro Siyabonga Cwele, ieri era stata riconosciuta colpevole di aver organizzato un traffico di cocaina fra Brasile e Sudafrica insieme al nigeriano Frank Nabolisa. I due condannati hanno immediatamente annunciato che presenteranno appello. Quando mancano meno di due settimane alle elezioni amministrative del 18 maggio, considerate un importante test per il governo dell'African National Congress (Anc) e per il presidente Jacob Zuma, la sentenza – emessa dal giudice Piet Koen dell'Alta Corte di Pietermaritzburg (KwaZulu-Natal) – e' gia' divenuta strumento di lotta politica. Oggi i partiti di opposizione Inkhata Freedom Party (Ifp) e African Christian Democratic Party (Acdp) hanno chiesto le dimissioni del ministro Cwele, giudicando incompatibile le attivita' della moglie con il suo ruolo nella sicurezza dello Stato. ''Come puo' una simile persona lottare contro i trafficanti di droga nel Paese, se non si accorge nemmeno di averne uno in casa?'', ha detto il leader dell'Acdp, Kenneth Meshoe. La signora Cwele e il suo complice sono stati condannati per aver reclutato due donne, Charmaine Moss e Tessa Beetge, per trasportare stupefacenti, una dalla Turchia e l'altra dal Brasile. Entrambe le donne hanno accusato la moglie del ministro di averle indotte con l'inganno a diventare corrieri della droga a loro insaputa. Beetge, arrestata nel 2008 in Brasile con un carico di cocaina, sta scontando una condanna a otto anni di carcere nel Paese sudamericano; Moss, che insospettita all'ultimo momento si era rifiutata di collaborare con Cwele e Nabolisa, e' diventata la testimone d'accusa principale nel processo. L'accusa, oltre che sulle testimonianze di Moss e della madre di Beetge, si e' basata principalmente su intercettazioni e trascrizioni di messaggi sms fra i due imputati e le due donne corrieri, la cui validita' e' stata contestata dalla difesa degli imputati ma alla fine riconosciuta dal giudice.

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