Taranto, Cito assolto per corruzione

TARANTO – La sezione distaccata di Taranto della Corte d'Appello di Lecce, presieduta dal giudice Rosa Patrizia Sinisi, ha ribaltato la sentenza di primo grado assolvendo l'ex sindaco di Taranto ed ex deputato Gianfranco Cito, l'ex capoclan Riccardo Modeo, l'ex assessore ai Lavori pubblici del comune di Taranto Domenico Notaristefano e l'imprenditore Antonio Guarino, dell'omonima ditta di marmi, accusati a vario titolo di corruzione, abuso d'ufficio e falso ideologico in relazione all'assegnazione di suoli cimiteriali. Tutti gli imputati erano stati condannati in primo grado dal Tribunale a pene comprese fra tre anni e due anni di reclusione. Fu un 'pentito' della mala tarantina, Gianfranco Modeo, a rivelare che Cito avrebbe intascato tangenti per 100 milioni di lire in cambio della possibilita' di edificare cappelle, tombe sociali ed edicole funerarie all'interno del cimitero di Taranto. Il Tribunale, presieduto dal giudice Genantonio Chiarelli, condanno' cinque imputati per corruzione, abuso d'ufficio e falso ideologico. Secondo l'originaria tesi dell'accusa, basata sulle rivelazioni del pentito Gianfranco Modeo, Cito avrebbe ricevuto da Antonio Guarino 100 milioni di lire, destinando 80 milioni in favore dei fratelli Riccardo e Gianfranco Modeo e 20 milioni a Domenico Notaristefano, assessore ai lavori pubblici dal 7 dicembre '93 all'11 maggio '96. Ma la Corte d'appello ora ha ribaltato quella sentenza.

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